Il mondo del calcio è in lutto: la sconvolgente notizia della morte di Sinisa Mihajlovic ha lasciato tutti senza parole. L'uomo, il calciatore e l'allenatore lascia moglie e figli a soli 53 anni a causa di un brutto male che l'ha tormentato per anni. Un vuoto incolmabile per il mondo del calcio che, negli ultimi anni, aveva imparato, per forza di cose, a convivere con le immagini che lo ritraevano spesso sofferente. Proprio per questo motivo, infatti, si era trovato costretto a dire addio alla panchina del Bologna, ultima avventura in Serie A. 

Chi era Sinisa Mihajlovic? La carriera

Prima calciatore egregio e poi ottimo allenatore. Sinisa Mihajlovic, apparentemente un uomo duro, ha dimostrato col tempo grandi valori e grande correttezza anche fuori dal terreno di gioco. Fare i conti con un male incurabile l'ha fatto entrare nel cuore di tutti gli appassionati di calcio che, adesso, si stringono attorno al dolore della famiglia. Attestati di stima da tutti i club di Serie A e di Europa. Ma chi è stato Sinisa Mihajlovic?

Nato nella ex Jugoslavia, divenuta poi Serbia, ha mosso i primi passi da calciatore proprio lì. L'esordio col Borovo come esterno di centrocampo è da incorniciare: gol decisivo direttamente da calcio di punizione, suo marchio di fabbrica. Da lì in avanti l'ascesa è rapida e concreta. Il Mondiale Under 20 con la Nazionale e poi i trasferimenti al Vojvodina, alla Stella Rossa, all'Hajduk Spalato e alla Dinamo Zagabria. Il passaggio in Serie A è datato 1992, quando fu la Roma a decidere di puntare su di lui. Con la maglia giallorossa dura poco, complice uno schieramente tattico non favorevole. Schierato terzino in seguito all'infortunio di Carboni, fu decisivo per il via all'avventura di Francesco Totti a Roma: proprio lui, infatti, consigliò a Boskov di schierarlo in campo nonostante la giovane età. Dopo Roma, il trasferimento a Genova, sponda Sampdoria, dove ha messo in mostra il meglio di sé: 110 presenze e 12 gol. Ma alla Lazio, in un ruolo inedito, al centro della difesa, ha costruito il fare da leader e la professionalità, suoi marchi di fabbrica. Con Eriksson si scatenò ed i successi non tardarono ad arrivare. Proprio a Roma, durante l'avventura in biancoceleste mise su famiglia: l'amore con Arianna e la nascita dei suoi cinque figli lo migliorarono ulteriormente sotto ogni punto di vista. Sei anni alla Lazio ed un palmares da far invidia: uno scudetto, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea, una Coppa delle Coppe, due Coppa Italia. Tutto condito da 33 gol in 193 presenze. Dal 2004 al 2006 cambia casacca ed indossa quella dell’Inter del suo grande amico Roberto Mancini. A Milano arriva l'investitura come goleador più anziano in A, a 37 anni.

La carriera da allenatore

I primi passi in panchina li muove proprio a Milano, dopo il ritiro dal calcio giocato. Al fianco di Roberto Mancini inizia come vice, per poi lasciare l'incarico al momento dell'arrivo di Josè mourinho. Proprio quell'anno passa al Bologna, dove esordisce come tecnico contro la Roma. La prima avventura da allenatore risulta subito decisiva: i venti punti conquistati risulteranno, infatti, decisivi per la salvezza degli emiliani. La gavetta è poi proseguita al Catania, alla Fiorentina ed anche sulla panchina della Serbia. Dopo l'avventura con la Nazionale, di nuovo la Serie A. Su di lui punta la Samdporia che dal 2013 al 2015 raccoglie ottimi risultati. Dopo l'addio al club genovese passa al Milan, subentrando a Filippo Inzaghi. L'avventura in rossonero, però, dura meno di un anno: l'esonero arriva dopo dieci mesi, in seguito ad una serie di prove negative con cinque partite consecutive senza vittorie. Il Torino e poi una brevissima parentesi allo Sporting Lisbona nel mezzo del suo ritorno a Bologna, ultima avventura. A gennaio 2019 torna in rossoblù dopo dieci anni. Conduce gli emiliani alla salvezza con un turno d'anticipo e rinnova il contratto. Però, imrpovvisamente, la leucemia lo costringe ad allontanarsi. Nonostante ciò, Walter Sabatini gli resta vicino: la dirigenza mantiene il serbo alla guida della squadra anche se lontano dagli allenamenti. Il suo 2022 calcistico si conclude con l'esonero al Bologna che, dopo un avvio di campionato non entusiasmante, gli dice addio anche a causa del riacutizzarsi del suo stato di salute.