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Ugo Marchetti, amministratore unico del club granata, ha parlato nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport. Queste le parole del dirigente granata che si è espresso anche sulla posizione di Fabrizio Castori, a rischio esonero.

Intervista a Marchetti sulla Salernitana

 
Generale, cosa ha detto ai giocatori e allo staff? 
«Stiamo incontrando difficoltà superiori alle attese, ma la squadra ha le potenzialità per superare i problemi. Negli occhi di tutti c’era un velo di tristezza, ma ho scorto anche la convinzione che supereremo questo momento. Occorre dare loro del tempo perché diventino una squadra. Siamo partiti, non arrivati». 
 
A Torino si è vista una Salernitana troppo passiva. È d’accordo? 
«È vero. Il Torino ha dimostrato di essere più squadra, ma noi abbiamo un grande nemico: il timore».  
 
Da cosa nasce questa paura? 
«È il timore che gli altri siano più forti, più pronti. Ma è solo una sensazione. Ho cercato di convincere i calciatori che le cose non stanno proprio così, che dipende innanzitutto da noi». 

Marchetti sull'esonero di Castori

 
Due club hanno già esonerato i rispettivi allenatori. La Salernitana, invece, ha confermato Castori. Perché? 
«Perché non siamo ancora riusciti ad esprimere quello che possiamo. Io sono sempre per dare fiducia alle persone che rispetto. E rispetto i miei giocatori, primo fra tutti Ribery, l’ultimo arrivato. Se nel tempo ci renderemo conto che questa attribuzione di stima e di rispetto non sarà motivata, allora potremo anche cambiare. Ma in questo momento è molto prematuro. Io non avrei mai fatto quello che hanno fatto i miei colleghi, per ragioni evidentemente diverse. Devo dare ai nostri ragazzi un valore che forse loro stessi non riconoscono: se ci deluderanno, allora dovremo intervenire. Ma non è questo il momento». 
 
Si aspetta dei cambiamenti contro l’Atalanta? 
«Certo, non si può andare avanti così. La cosa peggiore che Castori possa fare è mantenere le cose come stanno, lui ha il dovere di modificarle. Ma devono farlo anche i calciatori, devono essere più lottatori. La caduta deve stimolare una reazione, l’errore sarebbe quello di non reagire. Sabato sarò nello spogliatoio per incoraggiare i ragazzi, per aiutarli a dimostrare che sono uomini veri». 

Intervista a Marchetti sulla stagione


 
Questa fase precede il ciclo di gare contro squadre alla portata della Salernitana. 
«Si, questo è già un bivio. Non ci aspettavamo nove punti in tre gare, ma nemmeno zero. Ma soprattutto non ci aspettavamo certe debolezze». 
 
Ribery sarà colui che prenderà per mano la squadra? 
«Penso proprio di sì. Quando ho incontrato i calciatori, mi ha riconosciuto e si è rispettosamente avvicinato. È una persona minuta, ma un monumento del calcio: se fa questo con me, che sono per lui uno sconosciuto, immaginiamo cosa possa fare con chi condivide le sue ambizioni in campo. È il nostro fertilizzante, è come il lievito».