Vigilia al veleno per Mihajlovic, che domenica alle 18 aprirà con il suo Torino il campionato proprio a San Siro contro il Milan dopo l'amaro epilogo della sua avventura rossonera nella scorsa stagione.
Il serbo, come sempre senza peli sulla lingua, è tornato sul suo rapporto con il Milan sottolineando in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport che con Galliani ha sempre avuto un ottimo rapporto, mentre il feeling con Berlusconi non è mai sbocciato. "Non ho mai provato rabbia per quanto accaduto al Milan, ma tanta amarezza. Io ho la coscienza a posto, il gruppo era unito, dava il massimo e avevamo raggiunto la finale di Coppa Italia. Il mio esonero non l'ho capito. Il problema di Berlusconi è che non è solo il Presidente, ma è anche il primo tifoso e per questo si sente in diritto di suggerire la formazione, ma gli undici da mandare in campo li ho sempre decisi io. Mi dispiace aver letto le parole che ha detto su di me dopo l'esonero, erano così esagerate da non essere credibili. Lo ringrazio comunque per l'opportunità, ma avrei voluto conoscere il primo Berlusconi non l'ultimo...".
Su Maksimovic Mihajlovic è stato ancora più duro: "Con lui avevo parlato chiaro, da serbo a serbo. Grazie a me aveva ottenuto un aumento di stipendio e gli avevo promesso che se fosse rimasto un anno con me l'anno prossimo l'avrebbero seguito tutti i maggiori club europei. Prima mi ha assicurato di restare e ora sparisce così? Non parlo da allenatore tradito, ma da uomo tradito. Per me è il discorso è chiuso ora dipende dalla società, io credo che se uno ha un contratto non può decidere unilateralmente dove andare. Se dovesser rimanere dovrà riconquistare la mia fiducia prima come uomo e poi come giocatore".