Gianluigi Buffon ha parlato della propria carriera dal Salone del Libro di Torino, dove oggi ha presentato "Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”. Ecco le principali dichiarazioni rilasciate ai cronisti presenti e riprese da TMW.

Su Lippi

"In Sudafrica sono entrato negli spogliatoi, ero infortunato, vedo tutti nelle mani nei capelli, disperazione, arriva il mister… era sereno e distaccato: “Ragazzi non è colpa vostra, la colpa è mia che sono un c…..e che ho portato voi”. Sono andato nella doccia a ridere".

Su come viveva le partite

"Nei minuti finali, le energie che sprigionano gli spettatori catturano anche te giocatore. Capisci proprio il momento quando c’è la suspence e quando c’è il boato per la parata o la gioia per il goal. Come cambia l’umore di tanta gente in un modo o nell’altro e questo è un superpotere che ho capito di avere".

Su Cassano

"Litigio? Tutto falso! Eravamo come gemelli. Sono cose che un po’ mi dispiacciono, ho sempre dato grande valore ai rapporti e all’amicizia. Il fatto che qualcuno volesse speculare su questo mi ha dato disagio".

Sul Mondiale del 2006

“In quel momento sono stato il VAR (ride ndr). La mia reazione e la mia corsa verso la zona incriminata ha fatto sì che gli arbitri si accorgessero che qualcosa era successo. Non lo diranno mai, ma l’azione è stata rivista in tv da loro. Tutto quello che era successo l’avevo visto solo io”.

Sugli arbitri

"Li ho amati quasi tutti (ride ndr). Moreno? Avevamo capito che i media avevano condizionato il sentimento popolare, tutti hanno visto, a giusta ragione, in Moreno il vero nemico numero uno che ci ha fatto uscire. Probabilmente la colpa era nostra, però lui arbitrò in maniera ignobile. Uscimmo dall’aeroporto quasi tra gli applausi". 

Sulla frase del cassonetto della spazzatura al posto del cuore

"Uno dei punti più alti della mia carriera (ride ndr). Ora che è passato qualche anno mi vergogno di quello che ho detto. Avevo una certa età, rappresentavo qualcuno, ero il capitano. Le mie fortune o sfortune dipendevano solo da me. Però devo anche dire che se tornassi indietro ridirei tutto. In quel momento, riuscire a far sbollire quell’amarezza, non era solo una partita persa, era qualcosa di speciale, una rimonta epica, in uno stadio epico, con un gruppo che aveva dimostrato un carattere e un’unione speciale, eravamo dei pazzi e dei sognatori. Il giorno prima della partita ci parlavamo e quello è stato il più grande dispiacere. Ad oggi io non so ancora perché sono stato espulso e quindi l’arrabbiatura alle interviste era anche per quello". 

Sulla finale del 31 maggio

“Ho un ruolo, in questo momento, che è federale superpartes. La verità però è una: le partite e le finali sarebbe giusto che le vincessero le squadre che lo meritano veramente. Chi se lo meriterà tra Psg e Inter la prenderà. Ho perso tre finali, in nessuna delle tre abbiamo meritato di vincere. Con il Real Madrid abbiamo meritato di perdere, con il Barcellona abbiamo regito un momento... La Champions dispiace per la gente della Juve, ma a me non cambia niente, vuol dire che in quel momento sono stati più bravi gli altri”.