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Pepe Reina, portiere della Lazio, ha parlato della sua stagione e non solo nel corso di un'intervista concessa a Futbol Emotion. Il portiere della Lazio ha affrontato diversi temi raccontando la sua carriera.

Intervista a Reina sul ruolo del portiere


Scelta di fare il portiere?
“A calcio è bello correre ovunque dietro la palla, ma come ho capito quali fossero le mie qualità ho scelto il ruolo del portiere anche grazie a mio padre. Il mio terzo figlio ha iniziato a giocare, speriamo sia la terza generazione di portieri”.

Barcellona?
“Mi allenavo regolarmente con la prima squadra da tre settimane per l’infortunio di Arnau. Al 43′ il portiere chiede il cambio, per fortuna mancavano solo due minuti all’intervallo e sono riuscito a entrare in campo sereno e a riscaldarmi di più. Il mister decise di darmi continuità anche dopo il recupero del mio compagno, e giocai tanto per i successivi 3/4 mesi”.

Sull’esperienza al Liverpool
“Mi sono divertito tantissimo in Inghilterra come calciatore, sono stati gli anni più competitivi della mia carriera: sempre in Champions e ogni anno lottavamo per il titolo. Un sogno giocare ad Anfield. Giocare 400 partite circa con la maglia del Liverpool è stata la cosa migliore che mi è capitata”.

Intervista a Reina sulla Serie A

Sulle differenze tra i vari campionati
“In Inghilterra si difende di meno, in Italia i ritmi sono più bassi, con più pause. Come si gioca in Germania e in Inghilterra però è completamente diverso, con più ritmo”.

Sulla sua grande stagione alla Lazio
“La passione che ho per ciò che faccio mi aiuta a stare ai massimi livelli, insieme a un riposo e a un’alimentazione corretta. Fino alla fine voglio essere protagonista”.

Intervista a Reina sulla bestia nera

Sull’avversario più temuto
“L’avversario più temibile credo sia stato Droga. Ricordo i duelli tra Liverpool e Chelsea come gare belle da giocare ma complicate. E Drogba mi causava sempre tanti problemi”.

Sull’aiuto mentale e fisico
“Cosa mi aiuta di più tra il fisico e la testa? Quando la testa va, il resto la segue. Quando sei in un buon momento e sei in fiducia, è molto più facile stare bene anche fisicamente. E questo soprattutto per un ruolo di responsabilità come un portiere”.