Ha parlato a Sky Sport Adrian Mutu, oggi selezionatore dell'Under 21 della Romania, che rivela che in futuro sogna di allenare la Fiorentina e confessa la stima per Prandelli: "Sono stato allenato da Capello, Lippi, Malesani ma quello che mi ha ispirato di più è stato Prandelli. Ora facendo l’allenatore capisco meglio alcuni suoi discorsi dell’epoca e gli do ragione su tante cose".

"Firenze è una piazza alla quale sono molto legato, ho dato sempre il meglio quando mi sentivo al centro del progetto", confessa l'ex attaccante romeno. "Ricordi? La rimonta con il Genoa da 3-0 a 3-3 che ci portò in Champions League, poi il 2-0 contro il Liverpool a Firenze. Ma ricordo anche la vittoria in casa contro il Bayern, quando però uscimmo dalla Champions, mentre la partita che vorrei rigiocare è quella contro i Glasgow Rangers. Pareggiamo all’andata e al ritorno e perdemmo ai rigori. Quell’anno sentivo che potevamo vincere l’Europa League".

Il cucchiaio a Frey, la rincorsa di Peruzzi

Sul cucchiaio a Frey in Cesena-Genoa: "Lui mi conosce e sapevo che mai sarebbe stato fermo. Così gli ho fatto il cucchiaio e gli ho chiesto anche scusa. Oggi ci ridiamo sopra, l'ho fatto anche per avere un bel ricordo insieme. Però quel giorno gli ho fatto due gol, e il secondo a giro è stato più bello, forse il più bello che ho segnato in Italia. Contro l'Italia ad Euro 2008 ho tirato centrale perché Buffon mi conosceva, avendo giocato insieme nella Juve. Volevo calciare sotto la traversa ma l'ho presa di collo pieno e lui fece un grandissimo intervento. Ha salvato la partita. Avessimo vinto 2-1, l'Italia sarebbe andata fuori ai gironi. Molti pensavano che l'avessi sbagliato apposta. Io avrei voluto fare gol, immaginate cosa sarebbe stato per me segnare ai campioni del mondo ed eliminarli".

Aneddoto anche con Peruzzi: "Si giocava una partitella a fine allenamento, ero in squadra con Baggio ed ero appena arrivato, era il 2000. Volevo fare anche io un gol a Peruzzi. Ho chiesto a Roby di tirare io un rigore. Feci finta di calciare forte e feci un pallonetto che finì sulla traversa. A quel punto Peruzzi si è alzato e ha iniziato a rincorrermi. Ho visto un orso che mi inseguiva e sono scappato. Sono finito sul terzo campo e sono tornato negli spogliatoi solo quando Peruzzi era andato via..."