Situazione molto delicata quella che sta attraversando l'Italia a causa del Coronavirus. Anche il mondo del calcio si è dovuto fermare e tutti i club italiani al momento stanno rispettando la quarantena. Per analizzare questo momento, Walter Zenga ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano L’Unione Sarda. Ecco le parole dell'allenatore del Cagliari:

 “Il campo mi manca, ma il calcio oggi viene dopo: la priorità è la salute, quando dovremo riprendere, saremo pronti”. Tra gli argomenti affrontati dal mister il lavoro quotidiano, le prime impressioni sulla squadra, il suo Cagliari.

RISPETTO DELLE REGOLE - “Sono ad Asseminello. Il Cagliari rispetta le regole, il decreto nazionale, le raccomandazioni del presidente della Regione Sardegna, Solinas. Non ho voluto creare problemi o sembrare un privilegiato, andando dall’hotel al centro sportivo dalla mattina alla sera. Dobbiamo dare l’esempio: spero vivamente che questo messaggio che arriva dalla nostra società possa servire a far capire che tutti insieme possiamo fare qualcosa, ma solo con l’osservanza delle regole".

IL LAVORO AL CENTRO SPORTIVO - “La mia giornata l’ho organizzata nei minimi dettagli, con le sedute video, i vari spezzoni di partite del Cagliari, le video conferenze con il presidente Giulini (anche lui, come tutti, a casa con la famiglia) e il mio staff. Penso a preparare gli allenamenti, studio come riprendere il 21. Voglio farmi trovare pronto per il campo”.

IL RAPPORTO CON GIULINI - “Con il Presidente ci conosciamo da anni, c’è reciproca stima e rispetto. Quando mi ha chiamato non ho avuto dubbi ad accettare: per me Cagliari non è solo un punto di ripartenza, ma un passaggio importante della mia vita. È una squadra di livello, una società che ha ambizioni, la realizzazione dello stadio prima di tutto. Giulini ha fatto e sta facendo un lavoro pazzesco”.

IL CAGLIARI DI ZENGA - “Vorrei che la mia squadra avesse la forza di andare a tremila all’ora. Mostrando senso di appartenenza, professionalità, rigore. Il gruppo è di grande livello e unito. Non dobbiamo pensare solo al problema, al risultato. Dobbiamo vivere le esperienze negative come una crescita, un motore che ci aiuti a ripartire. Per mia natura guardo sempre a chi mi sta avanti. E se parliamo di calcio, il Cagliari è a 3 punti dal settimo posto”.

UN MESSAGGIO AI TIFOSI - “Dobbiamo dare innanzitutto alle istituzioni il tempo necessario per riportare la normalità. Quando si tornerà in campo, saranno tredici finali, un mini-campionato: dovremo dare tutto sino all’ultimo, è la mia filosofia. Se ti comporti bene la gente non sarà mai contro, la vorrei conquistare”.