Uno dei pezzi pregiati del Venezia nella prima parte della stagione è stato sicuramente Thomas Henry, attaccante arancioneroverde intervenuto ai microfoni di gianlucadimarzio.com per fare il punto della situazione dopo il primo approccio col calcio italiano.
Henry sul suo arrivo al Venezia
“I dirigenti hanno chiamato il mio agente per dirgli che erano interessati a me. Avevo parlato anche con l’allenatore Zanetti, ma il primo contatto era stato con il presidente e i dirigenti: sono stati loro a fare il primo passo. Abbiamo trattato per mesi. Ho apprezzato molto il modo in cui mi hanno parlato, sono stati chiari da subito ed era quello che cercavo. Il mio obiettivo era quello di mettermi alla prova in un campionato più difficile rispetto a quello belga ed ero pronto a lottare per la salvezza. In ogni caso, venendo da Louvain, non potevo chiedere di andare a giocare in un top club”.
Henry sui primi approcci con la Serie A
“Non è per niente facile giocare in una squadra che lotta per non retrocedere. Qui in Italia ci sono i migliori difensori al mondo ed è un piacere poterli affrontare ogni weekend. Ho fatto tanta gavetta e tantissima strada e ora sono fiero di essere in Serie A. Ho già realizzato alcuni dei miei sogni, ma per la prima volta in carriera mi sto accorgendo del mio percorso”.

Henry sulle sue caratteristiche e il potenziale al Fantacalcio
“Io nasco centrocampista, sono un giocatore generoso e amo partecipare al gioco e fare gli sforzi necessari per aiutare la squadra. Purtroppo, se un attaccante gioca bene ma non segna la gente dirà che non ha fatto gol, ma io non sono mai soddisfatto della mia prestazione se segno e basta. Anche se so che, se voglio migliorare, devo farne di più. Ho già fatto qualche assist, punto a essere decisivo almeno 10 volte in stagione. Ma non mi pongo limiti, nessuno si aspettava che segnassi 21 gol in Jupiler Pro League l’anno scorso. Anche se qui è tutto più difficile”.
Henry sugli avversari più forti affrontati
“Che bella la Serie A. Questo è uno dei quattro campionati migliori del mondo. Ci sono giocatori che hanno vinto Europeo e Champions. Per esempio Bonucci, che è il miglior centrale che ho dovuto affrontare. I giocatori top sono ovunque: penso a Ribery alla Salernitana, per dire. Il calcio italiano non era solo Lukaku, Ronaldo e Hakimi”.