Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello SportMaxence Caqueret ha parlato del momento del Como e della sua esperienza in Serie A.

Como, le parole di Caqueret

"Sono migliorato molto in italiano, ma non lo parlo ancora fluentemente, devo ancora fare progressi. La Francia non mi manca necessariamente perché quando abbiamo dei giorni di riposo torno abbastanza spesso a Lione per vedere la mia famiglia e i miei amici. Sono solo cinque ore di macchina... Una cosa che mi può mancare qui, anche se la cucina italiana è una delle migliori, è il pane francese.

Quello che mi piace del campionato italiano è che c’è molto equilibrio, è impossibile prevedere con certezza chi vincerà lo scudetto, chi giocherà le coppe europee o chi si salverà. Quello che mi piace un po’ meno è che le partite qui sono piuttosto chiuse, ma questo è anche il bello del lato tattico italiano. Gli spazi sono abbastanza chiusi, le squadre difendono molto. Quindi inevitabilmente ci sono meno gol, ma quello che è certo è che non è un problema di qualità, perché in Serie A ci sono tantissime squadre forti e giocatori fantastici.

Il nostro status nel campionato è cambiato, non siamo più una sorpresa, quindi, le altre squadre ci aspettano un po’ di più perché sanno che ci piace avere il pallone e si concentrano maggiormente sulla difesa contro di noi. Il nostro obiettivo è lavorare per migliorare giorno dopo giorno senza guardare alla classifica. Siamo una squadra giovane con ampi margini di miglioramento. Non pensiamo al resto". 

La somiglianza con Fabregas da calciatore

"Penso che le nostre caratteristiche e il nostro stile di gioco siano simili, ma ovviamente mi mancano diversi dettagli. Credo anche che ci assomigliamo anche per come vediamo il calcio". 

Le difficoltà in zona gol

"È vero che non segniamo molto, ma penso che abbiamo le qualità per migliorare, la squadra lavora molto in allenamento per questo. Anch’io devo crescere da questo punto di vista perché so di essere in grado di fare molti gol in questa stagione. È importante anche subire poco, perché quando non prendiamo reti sappiamo di avere maggiori possibilità di vincere le partite. E più facilmente".