Delle dichiarazioni destinate a far discutere. Massimo Ferrero, intervenuto questa mattina a Radio Capital, ha parlato di come il mondo del calcio stia affrontando questo delicato momento storico segnato dal coronavirus

Dalla riapertura degli impianti alla gestione dei tamponi, il presidente della Sampdoria si è lasciato andare ad una frase in particolare che pone maggiore enfasi su un dibattito che non interessa soltanto il mondo del calcio. 

"Di coronavirus non si muore"


"Non c'è giorno senza un nuovo caso in Serie A? Non inventiamoci cose che non esistono. Qui c'è una malattia e noi gridiamo al mondo che siamo l'eccellenza della scienza, ringraziamo i medici e chi lavora negli ospedali per combattere questo virus. Però prima era un mostro che non si identificava, mentre ora l'abbiamo identificato: quindi cerchiamo di non enfatizzarlo, perché se facciamo così... La malattia esiste, va identificata, ma abbiamo fatto cento milioni di passi avanti e non si muore, grazie a Dio".

"Di nuovo le bare. E dai..."


"Io negazionista? No, questo virus lo rispetto, ma abbiamo i mezzi per affrontarlo. Tante eccellenze vanno in televisione ma ognuno dice il contrario dell'altro. E ieri su Rai 2 abbiamo rivisto le bare, ma dai...".

La riapertura degli stadi

 "Quante persone farei entrare allo stadio? Non dico il 100% e nemmeno il 50%, ma almeno il 25%... Marassi è uno stadio meraviglioso e ci vanno 45mila persone, ma se voi ne mettete 15mila chi se ne accorge? Quindi direi almeno un 30%. Noi a volte facciamo molta propaganda, chiediamo responsabilità a questi ragazzi che sono ragazzi, ma perché se facciamo le leggi non ci sono controlli?".
 

Massimo Ferrero in tribuna con Claudio Ranieri (Getty Images)
Massimo Ferrero in tribuna con Claudio Ranieri (Getty Images)