Romano, esordì nella Lazio nel 1978, a soli diciotto anni. Nel suo primo campionato in A giocò 14 partite e divenne titolare l'anno successivo. Due anni dopo il passaggio al Milan, in Serie B, e l'inizio d'una storia che sembrava non dovesse finire mai. E invece, dopo 36 anni, è finito l'idillio tra Mauro Tassotti e i rossoneri, dopo un ciclo lunghissimo già riconosciuto come un record assoluto nella storia della società. Nessun tesserato rossonero è stato come lui così a lungo dentro il club. Ora, però, per l'ex terzino e storico vice meneghino è arrivato il momento d'una nuova avventura: sarà l'allenatore in seconda dell'amico, ed ex milanista, Andriy Shevchenko sulla panchina della Nazionale ucraina. Ne ha parlato proprio il Tasso al Corriere: ecco alcune delle sue dichiarazioni.
UN ADDIO SOFFERTO - "Quando ho firmato la risoluzione del contratto ho provato un po’ di magone. Ma prima o poi questo momento doveva arrivare. Ero alla ricerca di un ruolo più gratificante".
IL FUTURO CON ANDRYI - "Oggi partirò per Kiev anche se, al momento, non ho ancora firmato nulla con la Federazione ucraina: domani è in programma una riunione operativa e se andrà tutto bene sarà ufficiale il mio nuovo incarico. Certo lavorare per una Nazionale che cerca di qualificarsi ai prossimi Mondiali è stimolante".
I RIMPIANTI - "Di occasioni ce ne sono state tante e non mi è mai stata concessa l’opportunità. Evidentemente mi hanno sempre considerato un ottimo secondo".
IL RAPPORTO CON SEEDORF - "Non sempre mi sono trovato a mio agio".
I CUORI ROSSONERI FUORI DAL MILAN - "Non so se è questione di capacità, perché Boban ad esempio ha un ruolo importante alla Fifa… Io potrei anche aver voluto allenare il Milan, ma senza chance è dura confermare di avere le qualità per farlo. Penso sia assurdo che Paolo Maldini, che ha un’immagine splendida in tutto il mondo, non abbia una posizione in società".