Roberto Mancini, ct della Nazionale italiana, ha parlato così in una intervista a 7, inserto de Il Corriere della Sera, che uscirà integrale in edicola venerdì 13 marzo. 

Ve ne riportiamo uno stralcio: "Il dolore di Vialli e Mihajlovic mi ha insegnato che bisogna godersi la vita. Il nostro tempo è troppo breve per arrabbiarsi o essere cattivi.

Crescere insieme, anche se non ti vedi spesso, è una cosa che ti lega per sempre". 

La famiglia

"Sono credente, cattolico. Vado a messa e sono stato più volte a Medjugorje. I miei tre figli - (Filippo, Andrea e Camilla) - Adesso hanno 30, 28 e 23 anni, ma li vorrei ancora piccoli come nella foto del mio profilo whatsapp. Se Filippo e Andrea fossero diventati calciatori professionisti sarei stato contento per loro, perché giocare a calcio è divertimento e fare come professione ciò che ti diverte è la cosa più bella".

Un solo rimpianto alla Sampdoria 

"L’artefice di tutto è stato il presidente Mantovani. Ha costruito una squadra comprando giovani talenti italiani e dandogli tempo e fiducia per crescere. L’unico rimpianto di quegli anni è stato non vincere la Coppa dei Campioni".

Scudetto e calcio estero

"Vincere la Premier è stato bellissimo. È uno dei campionati più importanti del mondo.

Scudetto? Vedremo quando si saranno recuperati tutti gli incontri, per il momento è una lotta a tre.

Messi e Ronaldo sono fuoriclasse assoluti. Leo è un giocatore nato, Cristiano ha dovuto lavorare per diventare uno dei migliori; gli va dato merito". 

La Nazionale

"Oggi in Serie A i giocatori italiani sono decisamente pochi e questo incide anche sul mio lavoro di commissario tecnico. Balotelli? La convocazione all’Europeo dipende da lui. Una cosa è certa, deve fare più di quello che ha fatto fino a oggi".