Dejan Stankovic, tecnico della Sampdoria, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport, analizzando il momento del suo club e non solo. Ecco le sue dichiarazioni:

Sampdoria: le parole di Stankovic

«Sono fiero di essere qui. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Sarebbe bastato un attimo: “Non ce la faccio, vado via”. Invece il buon marinaio non si vede con il mare piatto, ma quando è in tempesta. Le dirò di più. Sarei venuto qui anche se la Sampdoria fosse stata in una situazione peggiore. Mai avrei potuto dire di no. Lottare ti fortifica, e ogni giorno vado sempre più fiero dei miei ragazzi. Il mio primo giorno qui dissi alla squadra: “La maggior parte delle volte mi servirà l’uomo, prima che il giocatore. Ecco, posso garantire che qui ho degli uomini».

Stankovic su Jesè

«Spero di utilizzarlo presto, ha assaggiato il calcio europeo ad altissimi livelli, ben vengano i campioni che possono fare la differenza. Non voglio sottolineare se in quel reparto avevamo o no problemi. Dobbiamo trovare le risposte a tutte le domande. Il mio obiettivo è portare ogni partita i ragazzi a dare il meglio sul piano fisico, mentale e tattico».

Stankovic sul momento della Sampdoria

«Le faccio io una domanda. Secondo lei posso fare qualcosa sotto questo aspetto? Risposta: penso di no. Perché incazzarsi, dunque? Il mio compito è proteggere il più possibile i ragazzi dal mondo esterno. Immagini un teatro: i ragazzi sono in prima fila seduti in platea, dove prima stavo anche io. Ma ora sono dietro le quinte e so che fra poco lo sfondo cambierà. Dunque, alla squadra dico di non arrabbiarsi e di non perdere tempo. Quando ero alla Lazio sono passato dal piano Baraldi, una fase di transizione, ma poi la situazione si è sistemata e la Lazio è ripartita».