I ricordi dell'Inter campione d'Europa e il presente alla Roma, non solo tra chi lo adora ma anche tra qualche detrattore: José Mourinho ha parlato a Federico Buffa nel corso di Buffa Talks su Sky Sport, raccontando anche aneddoti sulla sua carriera e sull'appellativo Special One

Mourinho e il mondo Roma

"Non la conoscevo né come città né come società calcistica. Mi trovavo in un momento in cui avevo allenato tre grandi squadre in Inghilterra, Manchester United, Chelsea, Tottenham, e avevo preso una decisione: la destinazione successiva sarebbe stata fuori dall’Inghilterra. Il discorso che mi ha fatto la proprietà della Roma mi è piaciuto e poi ho imparato a conoscere il romanismo, i loro dubbi, le loro frustrazioni: ho cercato di entrarci dentro. Mi piace il romanismo. Quando sono in panchina e guardo verso destra all'Olimpico mi emoziono ancora. Antimourinhismo? Sono quelli che dicono di essere romanisti ma poi hanno vissuto felici per tutto questo tempo in cui la Roma non ha toccato una coppa, senza successi in Europa. Io direi che l'antimourinhismo vende, mentre il mourinhismo è un modo di stare nella vita, non solo nel calcio".

Mourinho e la definizione Special One

“È una bugia che ormai ha quasi vent’anni. In realtà io non dissi di essere ‘lo’ Special One, ma 'I am a Special One': significa che ce ne sono anche tanti altri, e io sono uno di loro. Volete sapere i nomi di due ‘speciali’ italiani? Allegri e Ancelotti. Sono specialissimi. C'è qualcuno che quando Carlo era all'Everton diceva che era vecchio, e c'è qualcuno che dice che Max è scarso. Purtroppo per loro, Carlo vince e Max vincerà ancora sicuramente".

Mourinho e l'Inter del Triplete

“Ci sono degli attaccanti che se la squadra vince e loro non segnano sono gli uomini più felici del mondo: questo era Diego. La gente qualche volta dimentica che giocavano insieme Sneijder, Eto'o, Pandev e Milito: e se questi quattro non difendono, altro che Triplete, non vinci neanche una partita. Mai vista una panchina così dal punto di vista umano. Un gigante, nel senso della sua carriera, come Toldo, stava in panchina. Ivan Cordoba stava in panchina. Il campione del mondo Materazzi stava in panchina. Deji Stankovic tante volte stava in panchina”

Mourinho sulla semifinale Champions col Barça

"Mancavano 60 minuti per arrivare in una finale di Champions che all'Inter mancava da generazioni. Sessanta minuti contro la squadra più forte al mondo, giocando con un giocatore in meno. Cosa vogliamo fare? Fare i fenomeni e guardarci la finale in televisione o lottare fino alla fine con tutta la forza che abbiamo e andare in finale? Che facciamo? Facciamo storia o facciamo filosofia? Facciamo storia. Abbiamo fatto storia”.