Ciro Immobile è tornato. La doppietta contro la Macedonia ha confermato quella che era una sensazione già maturata in questo inizio di campionato, che ha visto il centravanti di Torre Annunziata tornare finalmente protagonista. Al CdS, Immobile ha così raccontato i segreti della sua rinascita, da ricercare soprattutto nella fiducia che la Lazio, dopo anni difficili tra Dortmund e Madrid, ha saputo regalargli. Questo un estratto delle sue dichiarazioni.
LA RINASCITA - "Adesso volo! E' fantastico. Il calcio è bello proprio perché ti offre sempre una seconda possibilità; poi tocca a te sfruttarla. Non è detto che debba andare sempre male... io ci credevo. Io devo proprio ringraziare la Lazio, per la fiducia e per la possibilità che mi ha dato portandomi a Roma. Quello che sto facendo di buono lì me lo tengo stretto e me lo porto in Nazionale: è questo il progetto. Sono tornato il cannoniere che ero. E' vero, mi sento nuovamente me stesso".
INZAGHI E VENTURA - "Inzaghi mi ha subito coccolato come un figlio, mi ha fatto sentire importante. Come Ventura? Esatto, è proprio così. Il fatto è che quando vengo qui è la stessa situazione che sto vivendo alla Lazio. Io so quello che posso dare a lui e lui a me; diciamo che il nostro rapporto professionale non si è certo chiuso dopo che siamo andati via entrambi da Torino".IL MIO PERIODO BUIO - "Il fatto è che ho vissuto due annate particolari, prima a Dortmund poi a Siviglia. Quando venivo in Azzurro non ero pronto e concentrato e ho pagato la scarsa fiducia che avevo nei club. Meno male che sono arrivati questi due gol. I più importanti della mia carriera? Direi proprio di sì. L'ho sempre pensato e detto: i gol in Nazionale sono il top, l'apice per un calciatore".
PELLE' - "Io so solo che non si gode dei problemi di un compagno. Graziano è un bravissimo ragazzo, non ha fatto quello che ha fatto con cattiveria".