Tra Lotito e Iodice sarà, e ancora per molto tempo, bufera infinita. Ieri la notizia del Presidente biancoceleste indagato dalla Procura di Napoli per tentata estorsione. Poi il suo comunicato: "Ho fiducia nella magistratura, calunnie contro di me".

 

Parole alle quali ha controreplicato Iodice, intervistato ieri dal nostro Antonio Cristiano su Radio Capital e poi da ANSA e il Mattino. Questi i tratti salienti delle dichiarazioni dirigente dell'Ischia.

 

"IL BENE DEL CALCIO" - "Non ritengo di essere artefice di niente, l'ho fatto solo per dovere di giustizia perché il calcio appartiene alla mia vita e l'ho fatto solo per il bene del calcio".

 

SVILUPPI INCHIESTA - "La magistratura è in possesso di altre registrazioni che potrebbero provocare nuovi scossoni. Non dico nient'altro per non intralciare il lavoro della magistratura. Io paladino di un nuovo calcio? No, sono un dirigente che non resisteva più a certe vessazioni e che non sopportava che la democrazia venisse sistematicamente calpestata".

 

LOTITO - "Lui è uno che comanda nel Palazzo, io un signor nessuno. Non avendo mezzi a disposizione per combatterlo, mi sono organizzato diversamente. Ho sbagliato la forma, lo so. Ma il problema è la sostanza, cioè i suoi metodi. Fa il prepotente, vessa la gente, detta le condizioni ai club, vuole mangiarsi il calcio. Nel pianeta calcio si vive di alleanze, di favori, di accordi. Molti non si oppongono perché fa comodo salvare il proprio orticello, altri hanno paura delle ritorsioni. Io non temo nessuno".

 

 

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