Nelle settimane dell’ufficialità del ritiro di Francesco Totti a fine stagione, anche Daniele De Rossi, nell’intervista di Daniele Adani che andrà in onda su Sky Sport sabato sera, si dimostra realista anche sul suo conto, e afferma che presto inizierà a pensare anche al suo: "Smettere di giocare a calcio è qualcosa che succede a tutti quanti. È importante che succeda prima di smettere di giocare bene a calcio. Per me è un discorso di orgoglio, di amor proprio. E comunque te ne accorgi, in allenamento ma anche da come ti guardano i compagni: penso che se attorno hai persone che ti vogliono bene te lo dicono. Poi c´è la campanella: sono 34 a luglio. Il conto arriverà, tra poco".

Sul valore di giocare a Roma per un romano: ”Io credo di essere un fortunato, non ho mai dovuto fingere o dimostrare qualcosa che non sentissi dentro di me. Ho vissuto un amore grande, che resterà sempre, anche a casa sul divano. Poi è diverso viverla in campo: sono contento se segna la Roma, ma anche perché segna la mia squadra. È normale che mi rende protagonista, nel bene o nel male. E quando le cose vanno bene c´è una felicità incredibile. La felicità è questo privilegio di aver giocato sempre per la squadra che ami".

Poi De Rossi torna sull’addio al calcio di Totti: ”Questo suo momento mi colpisce sia perché è un mio amico, sia perché è qualcosa di grande: cambierà il mio mondo e quello della Roma. È uno choc, un dispiacere, un qualcosa che viene tolto prematuramente. Lui non può lamentarsi perché ha giocato tanto e noi non possiamo lamentarci perché abbiamo goduto di uno spettacolo unico. Quando parlo di lui, ho una sorta di invidia per quello che lui riesce a leggere nel campo, quello che riesce ancora a fare. Io a 40 anni non riuscirò a fare quello che faccio adesso. Lui potenzialmente ha quelle qualità che gli permetteranno di giocare in una certa maniera anche a 50 anni".