SKY-VIDEO
Contenuto non disponibile

Il Francesco Della Villa, specialista in medicina dello sport e responsabile del dipartimento Ricerche e Sviluppo del gruppo Isokinetic, ha parlato dell'infortuno di Zaniolo nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport.

 Le parole dell'esperto sull'infortunio di Zaniolo

 
Video analisi? 
«Intanto diciamo che in entrambi i casi Zaniolo è in possesso di palla, con un avversario davanti, e opera un cambio di direzione. Da notare anche che in tutti e due i frangenti il ginocchio è “valgo dinamico”, cioè si piega verso l'interno». 
 
Cosa si può dedurre dalla somiglianza dei due episodi? 
«Non certo che Zaniolo abbia una predisposizione a questo tipo di infortuni. Si tratta piuttosto di capire come si muove l'atleta, se le sue posture e i suoi movimenti mettono a rischio il ginocchio, considerando anche il suo gioco, fatto di progressioni e cambi di direzione. Fatto questo, si può lavorare su eventuali scompensi dinamici o posturali».  

Altri infortuni?

 
Dunque, è possibile ridurre la probabilità di altri infortuni? 
«Ridurre sì, azzerare no. Bisogna puntare a migliorare il controllo neuromuscolare, cioè la capacità dell'atleta di controllare i propri movimenti e proteggere i legamenti. Faccio un esempio: nel corpo umano i muscoli più grandi, come quelli dell'anca o del ginocchio, possono essere considerati come primi violinisti. Devono però suonare in accordo con tutta l'orchestra, cioè con tutti gli altri muscoli. Un buon controllo neuromuscolare fa suonare bene l'orchestra». 
 
Nella pratica, cosa si fa per migliorare l'atleta sotto questo aspetto? 
«La ricetta si chiama training neuromotorio. Un percorso che può essere anche lungo, fatto di esercizi specifici che implicano il feedback del paziente, cioè la possibilità di vedersi e correggersi. Anni di studi dimostrano che circa il 50% degli infortuni ai legamenti crociati sono prevenibili attraverso il training neuromotorio da integrare con la normale riabilitazione». 
 
Le lesioni ai legamenti sono sempre più frequenti. Come mai? 
«La mia sensazione, condivisa con numerosi esperti, è che dipenda dal gioco sempre più veloce e dal numero sempre più elevato di partite. Sono a rischio soprattutto i più giovani». 
 
Peraltro, nel caso di Zaniolo l'infortunio non dipende da un trauma. 
«Nell'ambito di uno studio realizzato con alcuni colleghi e basato sulla video analisi, abbiamo esaminato 150 infortuni ai legamenti crociati anteriori. Solo nel 12% dei casi l'infortunio è avvenuto per un contatto diretto sul ginocchio. Nel restante 88%, la lesione del legamento avviene senza contatto diretto. Se parliamo solo di questa seconda tipologia, ovvero infortuni senza contatto diretto, notiamo che la metà avviene per una spinta o altre situazioni in cui l'atleta perde l'equilibrio. Nell'altra metà dei casi, il contatto con l'avversario è assente». 

Il recupero di Zaniolo?

 
Quali previsioni si possono fare sul recupero di Zaniolo? 
«Capisco il suo sconforto per la seconda disavventura, ma sono assolutamente ottimista. Anzi, mi auguro che il suo completo recupero dia un messaggio positivo ai tanti ragazzi costretti ad affrontare il suo stesso percorso».

 

Zaniolo (Getty)
Zaniolo (Getty)