L'ex Juventus Marco Tardelli ha concesso una lunga intervista al "Corriere della Sera" in cui ha parlato in particolare della ripresa del campionato e della lotta scudetto. Ecco i passaggi principali.

Lotta scudetto, parla Tardelli

"Il calcio litigioso non è cambiato per niente? Chi lo ama è contento che stia per riaccendersi. I tedeschi hanno studiato come fare e subito l’hanno messo in pratica. Noi, invece, abbiamo perso tempo a litigare e non abbiamo offerto un bello spettacolo, soprattutto all’estero. Ora per fortuna si ricomincia e cerchiamo di godercelo. Come me lo aspetto? Diverso perché senza i tifosi mancherà l’anima. Lo confesso, sono curioso. Sarà un campionato nuovo, incerto, con molte incognite. E nel momento in cui si giocherà in continuazione ci sarà il rischio di qualche infortunio di troppo. Le cinque sostituzioni sono una bella idea: una responsabilità per gli allenatori che avranno la possibilità di incidere più del solito. Spesso saranno decisivi. Se ho seguito le ultime vicende tra Lega e Figc? Spero che si arrivi in fondo senza ulteriori interruzioni. Sono favorevole al risultato sul campo e non all’algoritmo. E non mi piacciono neppure play-off e play-out".

"Aic? Non sono ancora candidato. O meglio, lo ero prima del Coronavirus, ma adesso devo ripresentarmi alla prossima assemblea. Lo faccio perché credo che l’Aic in questi anni abbia commesso parecchi errori. E' diventato un centro di potere, pieno di cose che non mi piacciono, clientele e parentopoli, con una gestione opaca e poco trasparente. Senza contare che ha perso contatto con il territorio".

"Se mi sono mai confrontato con Tommasi? Prima del Coronavirus sei volte. Lui però voleva un candidato unico. In sostanza ci siamo parlati tanto, ma non ci siamo detti mai niente".

"Chi è la favorita per lo scudetto? La Juventus è più forte perché ha una rosa più forte. Ma la Lazio è una vera bellezza e sino adesso ha giocato meglio. Sarà incerto perché si giocano tante partite ravvicinate, senza tifosi e con il caldo.Di sicuro me lo immagino emozionante".

Marco Tardelli
(Getty)