Il Presidente della FIGC Gabriele Gravina è intervenuto questa mattina a RTL 102.5 durante “Non Stop News”, programma condotto da Fulvio Giuliani, Giusi Legrenzi e Pierluigi Diaco.

I ragazzi di Mancini che hanno stravinto in Grecia, le ragazze che ieri hanno fatto innamorare un Paese con una sola partita. Che bello il calcio che sa regalare queste emozioni!

"Questo è il calcio che noi amiamo, quello che dobbiamo rilanciare, quello che dobbiamo far riscoprire perché credo che il calcio così vissuto riveli tutte le sue splendide dimensioni. Queste ragazze ieri sono state straordinarie e tantissimi italiani hanno avuto la possibilità di vivere delle emozioni che non ricordavamo da diverso tempo e quindi dobbiamo sicuramente elogiarle, dobbiamo capire quanto in questo momento sia importante valorizzare quanto di bello c’è intorno questo splendido gioco".

Un’altra bella notizia è che la FIFA ha deciso di investire 500 milioni di dollari nei prossimi quattro anni.

"Sì, il gioco del calcio è un gioco che non può conoscere differenze di genere e poi devo dire che, così come avevamo preannunciato e auspicato alla vigilia, queste ragazze e il calcio femminile possono trasferire a quell’altro calcio che ha sempre dominato le scene, una maggiore sensibilità, una maggiore serenità sotto il profilo della vivibilità di questo mondo, allontanando una serie di tensione. Queste ragazze sono davvero brave e le ho viste cantare il nostro inno a squarciagola, all’interno dello stadio si sentiva come se ci fosse un audio da grandi professionisti, così come alla fine della partita hanno coinvolto tutto lo stadio e poi ritornare in hotel e vedere tanta gente ad accoglierle e ad aspettarle. Questa è un’emozione che credo che ciascuno di noi conserverà per tanto tempo e sono queste le emozioni che noi dobbiamo coltivare e dobbiamo far sì che si possano propagandare anche al calcio che oggi in tanti momenti ci rivela delle tensioni da allontanare".

Quanto la sua attività da Presidente e quella della FIGC in quest’ultimo periodo può essere da lezione in un Paese in cui il senso di patria e l’orgoglio nazionale a volte vengono meno?

"Stiamo attraversando un periodo abbastanza fortunato, perché poi alcuni risultati richiedono anche un pizzico di fortuna. C’è un’idea, un progetto, un principio che è quello che noi abbiamo sottolineato prima di partire ed è scoprire un nuovo umanesimo civile, un nuovo rinascimento nel calcio e nello sport italiano. Credo che coinvolgere tutti nella massima serenità, senza arroganze, lasciando anche la tranquillità tecnica a chi ha questa responsabilità e assumendoci noi quelle responsabilità politiche con molta decisione andando avanti, centrando gli obiettivi per gradi e credo sia una delle strategie che stiamo cercando di portare avanti. La condivisione del percorso, la partecipazione da parte di tutta la struttura della federazione, penso che possano essere considerati i punti di forza del movimento".

Tutte le cose che ci stanno facendo vivere una meravigliosa estate azzurra non ci può far dimenticare che ci sono altri interessi, come l’idea dei grandi club di crearsi una ‘Super Champions’, un campionato dei straricchi, è un bel problema. Bisogna capire come conciliare le esigenze di chi ha più interessi e più tifosi e gli altri, come si fa ad evitare che scoppi il giocattolo?

"Il giocattolo dobbiamo difenderlo con tutte le energie sottolineando – forse scontato – che il gioco del calcio appartiene a tutti. L’idea che possano esserci degli interessi commerciali da sviluppare credo che possa essere una modalità per non far apparire quella dimensione economica uno degli elementi negativi, ma il calcio ha anche altre dimensioni. Se stiamo parlando di emozioni, di sentimenti, è perché oggi riscopriamo quanto siano fondamentali per lo sviluppo del calcio queste altre dimensioni come quella sociale, il coinvolgimento di tante emotività che stiamo riscoprendo quanto possano essere fondamentali nella vita di tutti noi. Quindi i nostri campionati vanno difesi rispetto alla grande dimensione economica, ma ci sono altri interessi che meritano sicuramente maggiore tutela".

Lei è pronto a dirlo a muso duro all’UEFA e al Presidente Agnelli che è il leader dei mega-club.

"Non serve andare a muso duro, bisogna avere le idee e confrontarsi sapendo che ci sono delle situazioni che devono comunque trovare una sintesi e conciliarsi nel modo possibile non dimenticando che il gioco del calcio non è un gioco per pochi".

Tornando alla nazionale femminile, dal punto di vista del costume nazionale c’è un affetto accompagnato da un ascolto televisivo e radiofonico che in passato non c’è mai stato. Siamo davanti a una rivoluzione culturale?

"Sì, è una rivoluzione culturale, basti pensare che qui in Francia tutte le gare hanno già fatto il tutto esaurito. Qualcosa avevamo già iniziato a viverlo anche in Italia per qualche evento a fine stagione, dobbiamo continuare su questa strada. Dobbiamo coltivare questo entusiasmo e apprezzare l’orgoglio di queste ragazze che stanno trasmettendo a tutto il Paese questo grande interesse. Ho visto l’esplosione sui social a fine gara, vuol dire che il paese riconosce e apprezza questo splendido colore azzurro che sta coinvolgendo tutti, anche se è un azzurro tendente al rosa. Siamo contenti per queste ragazze perché hanno fatto tanti sacrifici e continueranno sicuramente a dare grandi soddisfazioni al nostro paese e al gioco del calcio".