Essere l'allenatore dell'Inter non è facile, ma il prossimo anno, Roberto Mancini, siederà ancora sulla panchina nerazzura. "A meno che non mi mandino via" ha aggiunto il mister, che a calciomercato.com ha parlato delle forti critiche piovute sulla squadra in queste settimane. Parlare è facile, e Mancini ha confessato di interessarsi poco ai giornali e a quello che dicono. Argomento delicato quello di Ljajic, dove il Mancio non ha usato mezzi termini: il serbo deve migliorare, specie nella concentrazione e nell'approccio alla partita. Questo un estratto delle sue parole. 

 

 

 

SETTIMANE DI CRITICHE - "Non leggo i giornali, in tv guardo solo le partite... Con tutto il rispetto che ho per il lavoro dei giornalisti, non mi faccio grandi illusioni quando gli elogi sono straordinari com'è capitato all'inizio della stagione né mi creo problemi quando arrivano invece le critiche, nemmeno quando sono offensive".

 

PARLARE E' FACILE - "Facilissimo. Capisco anche questo, non costa niente parlare e nessuno il giorno dopo gli dice: guarda, hai detto questo ma non è proprio la cosa esatta... Fa parte tutto del circo del campionato italiano, noi viviamo di queste cose, le polemiche... A noi piace comportarci così... Poi l'Inter è una grande squadra, perciò quando c'è qualcosa che non va le critiche arrivano".

 

BANEGA - "Dovreste chiederlo ad Ausilio, è lui che fa tutto. Banega è un giocatore molto bravo, tecnico, non a caso titolare della nazionale argentina. A giugno vedremo".

 

MANCINI COME LJAJIC? - "No, no, io ero un po' così a sedici anni, non a venticinque come lui. Posso anche capire certe cose, ma ha qualità enormi e a venticinque anni dovrebbe ragionare da professionista. Il calcio finisce in fretta e a volte i giovani con grandi qualità non riescono a mettere a fuoco questo aspetto. Uno con le sue qualità deve sfruttarle al massimo, deve mettersi sempre a disposizione della squadra, anche perché fare il calciatore è piuttosto semplice, soprattutto per uno come Ljajic: si tratta di conservare la concentrazione due o tre ore, fra prima e dopo l'allenamento, quindi non è una cosa molto faticosa. Un giocatore che ha qualità e le butta via o non le sfrutta tutte è una grave perdita, per il calcio ma anche per lui".

 

IL PROSSIMO ANNO ALL'INTER - "Se non mi mandano via, sì. Perché poi nel calcio le cose cambiano in fretta, eh? All'inizio del campionato dovevano esonerare Allegri, adesso devono fargli un contratto di venti anni; all'inizio del campionato io dovevo restare all'Inter cinquantasei anni e ora mo vogliono esonerare... Dalla sera alla mattina nel calcio cambia tutto".