"Credo che bisogna essere se stessi, mai recitare una parte che non ti appartiene e che non è figlia del tuo modo di essere, pensare, agire. Penso sempre a lavorare per migliorare, non parlo molto ma cerco di creare un rapporto intellettuale con i miei giocatori. Sono innamorato dei miei giocatori, cerco sempre di recuperare chi deraglia: sono i giocatori che fanno la differenza. Io amo i lavoratori e quelli silenziosi, a volte si comunica anche con gli atteggiamenti e non le parole: io sono fatto così".
"Derby? E' sempre una partita diversa, per me è stato così a Genova e ho avuto la fortuna di non perdere mai. So cosa significa per i tifosi il derby, so che vincere partite così è molto importante per i tifosi: per vincere bisogna giocare a calcio. Il derby porta grande pressioni, io a volte ho rinunciato ai ritiri prima dei derby per non avere influenze negative sui giocatori".
"Staff? E' determinante, io mi avvalgo della collaborazione di 10-12 persone che lavorano duramente dalla mattina alla sera. Oggi i giocatori vengono seguiti tutti i giorni, si cerca sempre di farli rendere al meglio: io mi preoccupo molto dello stato psico-fisico dei miei giocatori, ho grande fiducia nel mio staff".
"Io mi affeziono e innamoro dei miei giocatori. Ieri mi è stato chiesto di Praet, che ammiro e stimo molto, ma ora sono al Milan e faremo tutti insieme le giuste valutazioni per costruire una squadra più competitiva possibile".
"Milanello? E' un posto straordinario, ho voluto conoscere subito il giardiniere perché per me è molto importante il campo. Qui è il posto migliore per allenare: non lo avevo mai visto, è un posto straordinario per lavorare".