Ripresa del campionato di Serie A sempre più vicina e per Eusebio Di Francesco, spettatore dopo la conclusione della sua avventura sulla panchina della Sampdoria, la grande novità è quella delle cinque sostituzioni: “Gli allenatori potranno fare valutazioni diverse rispetto al passato”, spiega l’ex tecnico del Sassuolo, intervistato dalla Gazzetta dello Sport. 'Le faccio un paio di esempi: ogni tanto avrà sentito un tecnico dopo la partita dire “se avessi potuto ne avrei cambiati nove”' Ecco, nove no, ma cinque adesso si possono cambiare. Oppure succede che alla vigilia hai il dubbio se schierare un giocatore che non sta benissimo e magari non lo fai perché temi di bruciarti una sostituzione: adesso puoi anche prenderti un rischio. Secondo me questa novità dei cinque cambi andrebbe riproposta pure in futuro, è una buona soluzione anche perché consente di tenere tutti i giocatori partecipi e concentrati. Non mi piace che venga introdotta a due terzi della stagione, ma ovviamente ne comprendo le motivazioni legate alla necessità di ridurre il rischio di infortuni che deriva dal calendario intasato e dal caldo estivo".

Turnover intenso, o rotazione scientifica dei cambi? “Io sono per il turnover, anche perché il titolare ha un dispendio di energie psicofisiche nettamente superiore rispetto a chi entra dopo. Pensi al riscaldamento pre-partita, alla concentrazione che deve essere massima già molto prima del fischio d’inizio. Cominci a bruciare qualcosa già la mattina dell’incontro. Magari la gestione nelle piccole squadre sarà più complicata perché non c’è l’abitudine al turnover. Ma in generale credo che vedremo più rotazioni rispetto alla parte precedente del campionato. La peculiarità dei ruoli guiderà le scelte: i centrali difensivi, ad esempio, hanno un consumo energetico minore di esterni e mezzali".

Davvero saranno favorite le big dalla rose più lunghe, o i cinque cambi compenseranno il gap? “Questa è un’analisi corretta, le piccole squadre potranno evitare o controllare il calo nel finale che spesso è fisiologico. Però alla fine emergeranno le qualità tecniche e quindi i valori delle grandi squadre e dei grandi giocatori”.

"Importante capire quando forzare"

L’aspetto tattico per Di Francesco non corre il rischio di essere meno fondamentale: “È sempre molto importante, ma bisognerà trovare un equilibrio. Mi riferisco soprattutto alle squadre che amano stare nella metà campo avversaria e fare la partita: si dovrà capire quando forzare. La gestione di cui parlavamo prima sarà possibile solo se una formazione sarà in totale controllo, ma accadrà di rado. Ci sono tanti punti interrogativi, compresi gli stadi vuoti: spesso il pubblico ti spinge a fare lo scatto in più, quello che non pensi di avere dentro e invece lo trovi. A porte chiuse forse non lo troverai. Un’altra partita dall’ 80’? Ormai è così da tempo e questa caratteristica resisterà. Nel finale di partita si perde fisicità, per la stanchezza si abbassa anche la soglia di attenzione e le partite cambiano".

Cosa cambia nel lavoro dell’allenatore: “Farà un lavoro molto più stressante. In questi giorni ho provato a immedesimarmi, siamo tutti all’oscuro di quanto può accadere. Si arriverà alle partite con meno certezze da ogni punto di vista. Sarà un altro campionato e l’intuizione dell’allenatore potrà davvero fare la differenza. Con le cinque sostituzioni cambierà la lettura della gara e andranno studiate e analizzate tantissime cose nuove. Tutto quello che accadrà in questi due mesi farà parte del bagaglio degli allenatori per sempre”.