In una lunga intervista concessa a Torino Channel, Wilfried Singo ha parlato della sua infanzia e del suo arrivo in Italia. Dagli inizi con un pallone fatto di stracci al ruolo di portiere, sulle orme del padre, l'esterno granata, uno dei pezzi pregiati del mercato, ha raccontato anche che Juric gli chiede di più in fase realizzativa: gol che farebbero comodo anche ai fantallenatori. Di seguito le parole di Singo.

Le parole di Singo sui suoi inizi

Le parole di Singo sui suoi inizi: "A scuola si organizzavano tornei e mi divertivo molto. Non so se ero già forte, ma avevo delle qualità. Mio padre giocava come portiere quindi mi dava spesso consigli. Ho cercato di fare come lui e di diventare anche io un portiere ma quando ho visto i miei amici fare gol e tutto il resto, ho deciso di diventare un giocatore di movimento. Mio padre mi ha regalato il mio primo pallone, prima usavo un altro tipo di palla. In Costa d’Avorio si usa costruire piccoli palloni fatti di buste e sacchetti“.

Sul trasferimento in Italia

Sul trasferimento in Italia: "Non amo molto vivere da solo, vorrei vivere con mio padre, mia madre e i miei fratelli, ma spero vengano presto qui a vivere a Torino. Sono venuto in un altro paese, non conoscevo la lingua, faceva freddo… All’inizio è stato molto difficile venire a Torino. Ma quando sono arrivato ho trovato Nkoulou, Meité e Djidji che mi hanno aiutato ad ambientarmi“.

Singo: "Juric vuole che segni più gol. Iniziai come portiere" (Getty Images)
Singo: "Juric vuole che segni più gol. Iniziai come portiere" (Getty Images)

Sul ruolo

Sul ruolo: “Coppitelli mi ha messo alla prova mettendomi in un ruolo nuovo. Da quando sono arrivato ho lavorato molto sul fisico, qui in Italia è molto importante: questo mi ha aiutato ad arrivare al livello a cui sono oggi. Ringrazio ancora Mazzarri per avermi fatto esordire tra i professionisti. Juric vuole che faccia cinque o sei gol, mi ha detto che posso segnare tanto”.

Sulla storia del Torino

Sulla storia del Torino: "Non ne sapevo molto, ma poi me ne hanno parlato. Voglio impararla. Le strutture del Filadelfia sono belle, posso conoscere meglio la storia del Toro; qui ho trovato la mia seconda famiglia, in gruppo si sta bene. Possiamo andare lontano“.