Eusebio Di Francesco, allenatore del Lecce, è intervenuto in conferenza stampa in vista del match contro l'Hellas Verona, in calendario sabato alle ore 15:00.

Lecce, la conferenza di Eusebio Di Francesco

Di seguito uno stralcio del suo intervento:

"Non possiamo abbassare i centrocampisti a fare i difensori e gli altri a fare i centrocampisti. Se io abbasso troppi centrocampisti, l’equilibrio in mezzo chi lo dà? Gli altri giocherebbero liberi. Voglio dire: è sempre una coperta corta".

Sul Verona

"Il Verona ha dei giocatori davanti molto interessanti, specialmente Giovane che ha del talento. Sono giocatori molto bravi ad attaccare la profondità, a far diventare un’azione difensiva immediatamente offensiva. Sono quei giocatori fastidiosi che, per caratteristiche, potrebbero dar noia alla struttura dei nostri giocatori".

Sul lavoro del Lecce

"Noi dobbiamo lavorare, al di là del discorso individuale, di reparto e di squadra, per cercare di dare meno possibilità a loro di ripartire con velocità e immediatezza. Per quello sarà importante, prima di tutto, fare un’ottima fase preventiva, per poi non doverla curare successivamente. Abbiamo lavorato in questa direzione per affrontare una squadra che, dal mio punto di vista, ha raccolto molto meno di quello che ha meritato sul campo. Magari maggiore capacità di concretizzare, però l’abbiamo ripetuto un po’ troppo spesso. Io credo che stiamo crescendo partita dopo partita. Secondo me, dobbiamo dare forza anche al risultato, ed è quello che abbiamo fatto specialmente a Firenze, rimanendo sempre compatti in ogni situazione, sapendo soffrire insieme quando c’era da soffrire e attaccare quando ne avevamo la possibilità. Alternare questa capacità di aggredire alti a quella di rimanere compatti un pochino più in altezza media e dare continuità a questo. Poi, per il resto, sono convinto che i gol che ci aspettiamo in più arriveranno".

Sui giocatori

"Sono cose positive, perché sono felice del fatto che mi mettano in difficoltà negli allenamenti e nelle prestazioni, sia chi subentra, ma anche chi si allena bene e ha avuto meno opportunità. Di questo sono molto contento, e vi assicuro che la cosa più difficile per un allenatore è mantenere sempre alta l’attenzione e la qualità dell’allenamento nei giocatori che giocano meno".

Sulla formazione

"Ho sempre qualche dubbio, anche in base alla squadra che andiamo ad affrontare. Sto facendo delle scelte che potrebbero essere simili o differenti. E poi ribadisco per l’ennesima volta una cosa a cui voi date poca importanza, ma che secondo me nel calcio moderno è fondamentale: i cinque cambi. Possono fare la differenza, come l’hanno fatta spesso in tante partite, e lo devono fare anche per noi. Mi auguro che possa essere sempre questa l’arma in più di questa squadra: i giocatori che entrano e possono determinare, per mettermi poi ancora più, tra virgolette, 'in difficoltà' per le scelte successive".

Su Ramadani

"Non è solo la quantità, io credo che lui abbia proprio queste caratteristiche da maratoneta dentro la partita. Non è solo la quantità, è anche la qualità della corsa che poi fa la differenza. Quando si leggono anche i numeri, che valgono pure sui passaggi riusciti, bisogna saperli interpretare. Se io indovino il 99% dei passaggi, ma la do sempre a quello più vicino, secondo me è troppo facile. Per quello bisogna diversificare un po’ le cose, legandole anche al discorso della corsa. E Rama, devo dire, lo sta facendo con cognizione e intelligenza tattica. Eccoci, questa è la cosa positiva. Tornando a Ramadani, al di là di quello che ha messo dentro la corsa, c’è la grande disponibilità che mette all’interno della partita nei confronti dei propri compagni e non la deve perdere. Quando si lavora in maniera umile, ma consapevole delle proprie caratteristiche, queste cose porteranno sempre frutto e vantaggio alla squadra".

Sui singoli

"Non mi piace parlare in questo momento di singoli e non mi piace 'godermi' un momento positivo, perché lo è stato dopo la partita, per le successive 24 ore. Poi, una volta che si rientra in campo, non dobbiamo perdere quei concetti che ho espresso prima, soprattutto per una squadra che ha ancora tanto da lavorare e da migliorare, e dove l’obiettivo finale è ancora lontano. Per quanto riguarda i singoli, ne potrei nominare tanti. Sono molto più contento dei giocatori che magari hanno meno possibilità di giocare, ma si allenano veramente bene, e ti assicuro che ne ho tanti, senza fare nomi. Altri invece, vedendo che non giocano, si 'addormentano' un po’ e non reagiscono alle difficoltà che possono capitare durante una stagione. Ma siccome abbiamo davanti ancora 28 partite, vorrei che i ragazzi capissero che, prima o poi, capita a tutti l’opportunità per poter far bene, entrare e magari non uscire più".

Sugli esterni

"Il dubbio c’è sempre, anche durante gli allenamenti che facciamo lì davanti, perché ho delle alternative in questo momento con caratteristiche differenti. L’unico che potrebbe essere un po’ in ritardo di minutaggio è Sottil, perché è un giocatore che si è allenato un po’ meno: è entrato la scorsa settimana, però devo dire che sta crescendo di condizione. L’ho visto bene e può essere per noi una soluzione importante, anche per le caratteristiche che ha nell’uno contro uno, la capacità di andare al tiro con grande velocità e l’esperienza che ha rispetto ad altri in questo campionato. Per quello, sono contento di avere più possibilità: la possibilità, a volte, di mettere Pierotti anche dietro l’attaccante. Ci sono diverse soluzioni che possiamo attuare durante la partita, in base anche a come si mette la gara".