Fabiano Parisi si racconta. Il terzino sinistro dell'Empoli, protagonista nell'ultimo campionato per la salvezza dei toscani, ha concesso un'intervista a "Cronache di Spogliatoio".

Sulla stagione

"Voto? Beh, direi… 8 e mezzo. È vero che alcune volte potevo fare meglio, ma è stata una stagione positiva, salvarsi per l’Empoli non è mai scontato. Personalmente mi sono tolto tante soddisfazioni, il primo gol in Serie A lo volevo da tanto tempo e segnarlo contro il Lecce è stato proprio un segno del destino… Avevo giocato altre due volte contro di loro e mi ero sempre infortunato. Finalmente sono stato ripagato".

Sul passato

"Partire dal basso è sempre dura, ma è così che si diventa grandi. Partire dalla Serie D, se sogni di arrivare in Serie A, può anche spaventarti, però ti forma, capisci il vero calcio e per un giovane è fondamentale. Quando il Benevento Primavera ha deciso di mandarmi via è stata dura. Non puntavano più su di me, per fortuna c’è stata la possibilità di andare all’Avellino che era appena retrocesso in Serie D".

Sull'ipotesi addio al calcio

"Diciamo che proprio di smettere no perché il calcio è sempre stata la cosa più importante della mia vita. Però in quel periodo studiavo al Conservatorio e dovevo scegliere tra musica e calcio, quindi mi è entrata un po’ di indecisione. Per fortuna è andata bene. Mi ha aiutato essere all’Avellino, dove sono nato, per me era molto importante. Fin da piccolo ho sempre suonato il pianoforte, poi alle medie ho scelto l’indirizzo musicale. Dopo mi sono innamorato dell’oboe e ho studiato un anno al Conservatorio. È uno strumento complesso, ci vuole tanto fiato con l’oboe, per fortuna a me non manca… La musica è importante anche per il calcio, mi dà ritmo in campo e suonare a casa mi rilassa".

Sui ruoli in carriera

"In realtà ho giocato tanti anni da mezzala. Negli Allievi ho fatto anche il play, e a volte anche a Benevento, oppure il quinto. Diciamo che il mio ruolo è il quinto, poi ad Empoli mi hanno spostato terzino".

Sui compagni

"Chi mi ha colpito di più? Direi Cambiaghi e Baldanzi, che veniva dalla Primavera e ha avuto un grande impatto in Serie A".

Sugli obiettivi e il futuro

"Ovviamente arrivare più in alto possibile, però se me lo chiedi ti dico giocare in Nazionale. Da bambino i miei sogni erano giocare in Serie A e vincere il Mondiale con l’Italia. Adesso andrò a giocare l’Europeo U21, siamo una squadra forte e proveremo a vincerlo. Sogni? Oltre alla Premier, mi piace molto la Liga. C’è qualità, sarebbe interessante mettersi alla prova lì. E poi… da piccolo ho già indossato una maglia e logo quasi identici al Barcellona. Ero alla Vigor Perconti, a Roma, dove ho giocato gli Allievi Elite. Siamo andati in finale, poi abbiamo perso. Con me in quella squadra c’era anche Kone del Frosinone".