Lui è Pablo Dana, 48enne con alle spalle una lunga carriera nel mondo dell'alta finanza e che, nella trattativa tra Mr. Bee e il nostrano B., ha giocato un ruolo fondamentale. Avvicinatosi al mondo del calcio inteso come business grazie a Fabio Cannavaro - che suggerì di comprare il Napoli, piuttosto che il club rossonero - Dana potrebbe presto rappresentare una nuova figura di forza anche nel prossimo Milan, con un ruolo del nel CdA che, procedendo per ipotesi, potrebbe anche essere quello di amminstratore delegato in sostituzione di Galliani.

 

Intervistato da Repubblica, Dana non ha ovviamente toccato certe tematiche, e per il momento garantito sulle intenzioni di Bee: "L'interesse di Bee, con la sua cordata garantita da banche e investitori forti, è ottenere successi reali e concreti, non fare parole. Le decisioni verranno prese insieme a Fininvest. E se la nostra strategia di sviluppo si rivelerà corretta, la nostra posizione si rafforzerà nel tempo". Le percentuali, che verranno confermate a breve, parlano però di una minoranza attorno al 48% per il broker thailandese che, di fatto, nei momenti cruciali potrebbe non avere quel potere che invece 470 milioni di euro reclamano. Ma Dana ha spiegato: "Bee è un investitore, non lo vedrete mai fare passerella in tribuna. Il Milan è italiano e lo deve restare. Ho passato questi mesi a consolidare questo concetto, alimentando la rete dei tifosi milanisti nel mondo. Io sono italiano e rappresento il ponte tra l'Asia e Milanello".

 

Poi le cifre, che tanto interessano ai tifosi: "120 milioni per il mercato? La cifra non la so, ma Berlusconi non è fesso: non può continuare all'infinito a spendere soldi a fondo perduto. Se ha accettato di fare un passo così enorme per lui, come la cessione di una parte del Milan, è perché abbiamo contribuito a fargli tornare la fiducia e l'entusiasmo".