"Su, cammina, Vai, alzati e cammina, vai, alzati e cammina, vai, alzati e cammina. Abbiamo solo bisogno di sognare, di seguire". Una citazione importante, quella di Felipe Anderson su instagram, che però lascia penetrare una qualche inquietudine del suo stato d'animo. Contro il Genoa per la prima volta, da subentrante, ha messo in mostra tutti i suoi limiti e la solita discontinuità. Figlia, forse, anche di un rapporto non proprio eccellente con Simone Inzaghi: l'indiscrezione è delle ultime ore, e riguarda un suo presunto faccia a faccia col tecnico, che l'avrebbe anche minacciato di non impiegarlo più. D'altra parte, nel suo ruolo preferito ormai da inizio stagione c'è Luis Alberto, che con 7 gol e 7 assist è il giocatore più decisivo della squadra dopo Immobile (e ieri ha rinnovato sino al 30 giugno 2022), e a destra Marusic garantisce maggiore dinamismo e copertura.

Per lui, quindi, solo qualche partita di Coppa al posto dello spagnolo, e molti spezzoni da subentrante, nei quali in ogni caso ha fatto bene. Il suo obiettivo dichiarato, però, è il Mondiale, per il quale non potrebbero bastare i subentri che comunque la Lazio gli può garantire. Da qui lo screzio col tecnico, arrivato al culmine secondo alcuni proprio dopo il rovinoso KO interno contro il Genoa di lunedi (il secondo consecutivo). Inzaghi non sarebbe stato soddisfatto dell'intensità con cui Felipe è entrato in partita, e viceversa il calciatore avrebbe preferito e non poco essere impiegato dal 1', oltre che non essere accusato della disfatta. Secondo il Corsport, il suo ritorno si è tramutato "Da risorsa a problema: va aiutato, ma deve tirarsi fuori da solo, scuotersi e dimostrare, invece ha assunto un atteggiamento che non piace e non produce. Così non si può giocare, così Inzaghi non lo farà più giocare. Presumeva di possedere un posto da titolare per diritto divino, invece nei suoi quattro mesi di assenza la Lazio volava e non ne avvertiva la mancanza". 

E iniziano già a risuonare le prime sirene di mercato. Per lui in tempi recentissimi Lotito ha rifiutato oltre 40 milioni più bonus, forte di un contratto ancora lungo, sino al 2020. Ma se il valore del suo cartellino, tra prestazioni incolore e panchina, continuerà a scendere, Tare potrebbe anche ben pensare di sacrificarlo subito, in estate.