Medhi Benatia ha dimostrato di non avere peli sulla lingua: il difensore marocchino, oggi in Qatar, è tornato sul finale di stagione del 2018, quando il Napoli di Sarri arrivò a poche giornate dalla fine a contendere lo scudetto alla Juventus. Tutto si decise a San Siro, contro l'Inter, ma pochi giorni prima i bianconeri avevano subito il gol di Koulibaly allo Stadium che riaprì i giochi per la lotta scudetto. 

Intervenuto a Sky, Benatia ha ripercorso quei giorni e regalando la sua versione dei fatti. 

DOPO JUVENTUS - NAPOLI... - "Dopo Juventus-Napoli ho vissuto la settimana più brutta: abbiamo sofferto tantissimo, ho quasi tenuto la difesa da solo, poi in occasione del gol di Koulibaly ho perso la marcatura. La settimana dopo Allegri, contro l'Inter, mi ha tolto dai titolari: mi sono sentito tradito, credo che non avesse guardato bene la partita contro il Napoli". 

IL GOL DI KOULIBALY - "Il gol di Koulibaly è stato un momento bruttissimo e difficilissimo, non ho dormito per 2-3 giorni. Ero molto triste. Quando ho visto che Allegri non mi faceva giocare contro l'Inter l'ho presa sul personale. Fortunatamente abbiamo vinto 3-2: ero contento per la vittoria però nello stesso momento ero triste. Stavo giocando ogni tre giorni, ero sempre lì presente. L'ho presa davvero male".

L'ESPERIENZA ALL'UDINESE -  "All'inizio è stata una grande sofferenza. Dovevo correre e lavorare duro, a livello di intensità e lavoro ci mettevo tutto ma non ce la facevo. Guidolin è stato l'allenatore che mi ha dato di più: l'Udinese rimarrà sempre qualcosa di particolare e speciale".

IPOTESI ROMA - "Sarei tornato a piedi. Non si è potuto fare, ma quando ho saputo che l'avventura alla Juve era finita erano due le opzioni: o andare in Qatar per motivi familiari o tornare a Roma. Massara e Balzaretti hanno cercato di chiudere l'affare, ma purtroppo non è stato possibile e adesso sono in Qatar". 

CAPITANO DEI CAPITANI - "Ci sono più maniere per interpretare il ruolo di capitano: Totti non parlava tantissimo nello spogliatoio, ma era un simbolo. Di Natale era un esempio da seguire, era il giocatore più forte. Il più capitano di tutti per me è Buffon, è una leggenda, ha vinto tutto quello che si poteva vincere e parla sempre. Prima della partita, in aereo, sente le partite, ha un amore incredibile per la Juve, è sempre rimasto anche quando la Juve aveva problemi”.