Christian Eriksen è tornato a Milano: è passato poco più di un mese da uno dei pomeriggi più tristi della storia del calcio, fortunatamente conclusosi nel migliore dei modi. Dopo tanto spavento il centrocampista danese è tornato a salutare i suoi compagni dell'Inter, respirare l'aria del centro di allenamento di Appiano e vivere le vecchie emozioni che solo il campo sa regalare. 

Perchè Christian Eriksen ha deciso: nonostante il brutto episodio, vuole tornare a giocare e continuare a fare quello per cui è nato, il calciatore. 

Esami Eriksen: potrà continuare? La risposta in 10 giorni

Arrivato a Milano e subito direttosi ad Appiano, domani Christian inizierà un giro di visite specialistiche. Come rivelato dal Corriere, Eriksen andrà all'Humanitas e al Centro Cardiologico Monzino. C'è un nodo da risolvere, infatti, a poco più di un mese dal brutto episodio: in Italia non si può giocare con il defibrillatore. Inevitabilmente, dunque, si dovrà capire se sarà possibile o meno eliminare la sua installazione. 

Il giro di esami non durerà tantissimo, per le risposte invece ci vorrà un po' di più, ma niente di clamoroso: in circa 10 giorni si arriverà certamente ad un punto. 

I medici, tra 10 giorni, forniranno una risposta: defibrillatore sì o defibrillatore no. Nel caso in cui sia possibile rimuoverlo vorrà dire che la causa dell'arresto cardiaco sarà perfettamente individuata e, conseguentemente, curata, con tempistiche ovviamente da definire ma difficilmente inferiori ad almeno diversi mesi. In caso contrario, Eriksen dovrà dire addio alla possibilità di continuare a giocare in Italia: in Europa diversi campionati consentono ai giocatori di scendere in campo con i defibrillatore, ma non la Serie A. C'è poi una terza strada, comunque concreta, e cioè che tra 10 giorni non arriverà una risposta definitiva. Ma i medici chiederanno ulteriore tempo e altre analisi.