Marco e Bruno Astori, fratelli di Davide, hanno parlato nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport della scomparsa del calciatore a tre anni dal tragico evento di Udine nella notte tra il 3 e il 4 marzo 2018.

Intervista a Bruno Astori

 «Davide era pieno di fantasia e di curiosità. Il tempo libero lo impiegava per aiutarci nello studio di geometra. Io lo prendevo per il culo perché non sapeva disegnare, ma aveva gusto. Si era impratichito anche con un software in 3D. L’interior design la sua specialità, era un maestro. Ricordo quando ci segnalò delle piastrelle che aveva scovato in rete e che acquistammo in Marocco, oppure dei divani della Baxter, un’azienda della Brianza che fa pezzi bellissimi. Un giorno Davide la citò in un’intervista e ricevette i ringraziamenti dei titolari che lo invitarono in sede. Non ci andò mai».

Ricordo?

«Cosa mi manca di Davide? Lui era il parere più autorevole, quello che inseguivo in continuazione per le cose importanti, ma anche per le cazzate. Era il confronto che cercavo quasi con ostinazione. Davide era più giovane di me di cinque anni, ma aveva un equilibrio, una sensibilità e una maturità impressionanti. Il nostro capitano. Ho detto autorevole, non è il termine giusto. Provo a essere più preciso: ecco, quello di Davide era il parere che mi interessava di più, l’unico che ascoltavo».

Intervista a Marco Astori

«Eravamo talmente uniti. che Davide provava un filo di gelosia nei confronti addirittura di mia moglie. Mi sono fidanzato da giovane, avevo appena diciotto anni, quando veniva a trovarci si metteva sempre in mezzo, come se volesse evitare il contatto fisico tra me e lei».

«Io Davide lo vedo tutti i giorni. Lo vedo e lo sento».

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Davide Astori (Getty)
Davide Astori (Getty)