Una Sampdoria completamente diversa rispetto a quella dello scorso anno, che ha saputo dimenticare prima le incomprensioni con Zenga, poi la mancata alchimia con le idee di Montella. Una stagione a rincorrere, come l'ha definita Barreto, che un po' rappresenta il simbolo di un nuovo corso blucerchiato. Dai mezzi disastri dello scorso anno alla splendida conferma che, quella passata, è stata soltanto una stagione storta: intervistato da Repubblica il centrocampista della Samp ha fatto il punto della situazione attuale.
COSA NON HA FUNZIONATO LO SCORSO ANNO - "Ero partito molto bene, ma dopo il cambio di allenatore non siamo riusciti a esprimere al meglio le nostre possibilità. E ci siamo ritrovati a fare un campionato di sofferenza, che non era il nostro obiettivo iniziale. Potevo lasciare i blucerchiati? Ma io volevo rimanere per due motivi. Primo, perché ho firmato un contratto triennale e lo voglio rispettare fino in fondo. Secondo, proprio perché volevo riscattare lo scorso campionato, giocato molto al di sotto delle mie possibilità”.
CON GIAMPAOLO ABBIAMO UN'IDENTITA' - “Io qui mi trovo bene. Il segreto della nostra rinascita? Abbiamo un’identità di gioco chiara, abbiamo precise indicazioni su cosa fare sia quando attacchiamo sia quando difendiamo. In più quando giochi con continuità prendi fiducia e tutto diventa più facile".
IO LEADER? MA QUANDO AMI... - “Mi sento giovane dentro, ma leader? Ma quando mai! Nello spogliatoio conto meno che a casa mia! Non sono uno abituato a a parlare molto, mi piace andare a manetta in allenamento ed essere un buon esempio con i fatti”.
IL PASSAGGIO ALLA SAMP - “Per venire alla Sampdoria ho fatto litigare Ferrero e Zamparini? Avrei preferito farmi trattare meglio, a Palermo avevo giocato tanti anni, ma il calcio è questo e bisogna accettarlo“.