La lettura delle formazioni ufficiali, ieri sera, ha regalato non poche sorprese: perchè se da un lato era più che lecito immaginarsi Totti in panchina, anche per via dell'impegno in Europa League, l'esclusione di Radja Nainggolan ha destato un certo stupore. Il Ninja si è accomodato in panchina, e ha guardato i compagni schierarsi con un 4-2-3-1: la novità, in termini di formazione, è stata quella legata a Juan Jesus, preferito a sinistra probabilmente per contenere l'impeto di Candreva, con la conseguenza dello slittamento di Peres sulla destra.
E il brasiliano, portato sulla sua fascia di competenza dopo diverse giornate trascorse a sinistra, dopo neanche cinque minuti ha fatto capire il perché sia indispensabile: inserimento vincente, palla a Dzeko e Roma in vantaggio. E' così, grazie anche al punteggio favorevole, che il sospetto che Nainggolan possa essere un attimino finito indietro nelle gerarchie di Spalletti diviene lecito: Florenzi ha tessuto trame di raccordo tra centrocampo e attacco, interpretando al meglio un ruolo in maniera poco canonica ma efficace, garantendo copertura e qualità allo stesso tempo.
Certo, a lungo andare è praticamente impossibile che Nainggolan possa rimanere fuori a lungo dalle rotazioni di Spalletti, ma resta il fatto che le considerazioni del mister vanno analizzate nella loro oggettività. Dopo la sconfitta di Torino, il mister giallorosso fu chiaro: "Così non si va più avanti, devo modificare qualcosa. Bisogna cambiare quello che pensano alcune menti deboli, credere che le cose accadano soltanto perché si hanno delle qualità. Sono idee distorte di chi non dimostra la stessa forza durante l’allenamento e poi nella gara". Che sia un caso o meno che da lì siano seguite due panchine lo saprà solo dire solo il tempo. Ma intanto, senza Nainggolan, due partite e due vittorie.