Igli Tare, direttore sportivo della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky durante la trasmissione "Sky Calcio Club", condotta da Fabio Caressa. Queste le parole del dirigente biancoceleste.

Lazio, le parole di Igli Tare

"Sicuramente prima della ripresa dovremo fare i test sierologici. Prima era uscita un'ordinanza per riprendere l'attività il 6, ora si potrà fare già da domani. Se riusciremo faremo qualcosa domani, ma prima i test. Non penso di essere preoccupati per una mancata ripresa. 

Si è trasmessa male l'idea che la Lazio stia premendo per lo Scudetto. Abbiamo tutto guadagnato sul campo, il percorso è ancora lungo e teoricamente non possiamo garantire la presenza in Europa League. Per noi si deve dare un segnale forte al sistema calcistico italiano. Ho sentito che in settimana può uscire un'ordinanza per bloccare il campionato, ma questo non è nelle loro competenze. Fifa e Uefa si sono espresse chiaramente e hanno detto che i campionati si devono finire. Possiamo anche riprendere a giugno e finire tra agosto e settembre, sfruttando che il Mondiale 2022 sarà in inverno. Finire il campionato in corso servirà anche come esperienza per ripartire con quello successivo".

Sulla comunicazione della squadra

"La Lazio è la prima società in assoluto che si è fermata per la pandemia. Siamo stati una delle poche squadre a rispettare tutte le ordinanze del Governo, nessun giocatore ha lasciato Roma. Mi risulta che altre squadre abbiano ancora giocatori all'estero, ma non spetta a me giudicare. A livello comunicativo siamo sembrati aggressivi perché bisogna considerare i danni importanti che subirà il movimento calcio in Italia. Parlare di Scudetto a 12 giornate dalla fine è una parola grossa. Fino allo stop siamo stati lì, ma non è detto che ci resteremo alla ripresa".

Sul percorso della Lazio

"Il percorso della Lazio è molto difficile. Negli ultimi anni, almeno gli 11 da cui ci sono io, siamo sempre andati vicino alla Champions League. Il lavoro c'è sempre stato e non dobbiamo nascondere che le possibilità sono quelle che sono. Abbiamo fatto un percorso controcorrente: alcuni giocatori sono arrivati da sconosciuti e la piazza non li ha aiutati inizialmente, ma poi sono cresciuti tanto. Infatti la Lazio a livello di trofei è inferiore soltanto alla Juventus in Italia adesso". Poi una correzione sul prezzo di Milinkovic di una grafica: "Sergej è costato 12 milioni, non 18".

Su Luis Alberto

"Luis Alberto dopo poco tempo dall'arrivo si presentò nel mio ufficio e ki disse che il calcio italiano non faceva per lui. Io gli ho detto di lavorare perché quella era una fase difficile per tutti. Mandavo una persona a filmare i suoi allenamenti e la sera gli inviavo le sintesi per mostrargli quanto era forte. Credo che è uno dei migliori giocatori della Serie A e ha aiutato anche la Lazio a crescere".

Su Milinkovic Savic

"Fondamentale è la volontà del giocatore. In generale se un giocatore pensa che sia chiuso un ciclo e vuole andare da un'altra parte non deve essere un problema. I cicli finiscono, vedi quello che è successo al Napoli quest'anno. Il fatto che lui sia rimasto 5 anni a Roma è perché c'è un legame forte con la città e la società. Quando c'è stata qualche tentazione, un po' per volontà nostra, un poi' per la sua, non siamo mai andati fino in fondo. Le cose comunque vanno valutate a fine stagione".

Sulla preoccupazione psicologica

"In caso di ripresa mi preoccuperei per lo stato psicologico della squadra. Avendo vissuto questi due mesi dico che siamo una delle squadre più motivate per vincere lo Scudetto. Siamo consapevoli di aver fatto un lungo lavoro e sarebbe un peccato veder sfmare un obiettivo così grande. Però un po' di curiosità c'è anche da parte nostra".

Su Acerbi

"Lui è arrivato in un momento cruciale, quando avevamo perso de Vrij. Ha rappresentato la più grande sorpresa mia e dello staff, perché abbiamo conosciuto uno che vive il calcio in unì'altro modo. Per primo arriva a Formello e va via per ultimo, non vuole saltare neanche una partita di allenamento. Vive per il calcio, e il suo spirito è servito anche ai compagni".

Su Immobile

"L'unico problema con Immobile era il fatto che il suo stipendio era fuori dalla nostra portata. Per questo è stato difficile, non avevamo nessun giocatore che guadagnava quella cifra. Quando si è aperto uno spiraglio con il Siviglia, lui è stato disposto a rinunciare a dei soldi per arrivare alla Lazio l'abbiamo portato. Ciro è un trascinatore, dentro e fuori dal campo. Il suo arrivo è stato per noi una grande fortuna".

Tare (Getty Images)