Stefano Sturaro, centrocampista del Genoa, è stato intervistato da 'Il Secolo XIX': "Io e la mia famiglia stiamo bene. A casa mi sono allenato molto. E il livello dell’impegno potrà alzarsi con la graduale possibilità di uscire e correre in un territorio come la nostra Liguria. Ho rispolverato un’antica passione: piante e giardinaggio. Poto e travaso, mi impregno di terra e pulisco. Osservo i ritmi della natura curando gli olivi. E trovo scampoli di serenità in un contesto come questo".

Sentimenti davanti l'epidemia

"Ansia, paura, incertezza. E dolore per chi ha sofferto ed è stato colpito negli affetti. L’epidemia ha coinvolto tutti, o quasi, anche per le conseguenze sul lavoro di ognuno. Medici e infermieri sono gli eroi di oggi: giusto fare per loro tutto quel che si può. Viene dal cuore e non sarà mai abbastanza per sdebitarsi sino in fondo".

Cosa manca in attesa della normalità

"Mi mancano i compagni, la vita nello spogliatoio, i rituali del gruppo, il puntare agli obiettivi. E mi manca il calcio, la mia passione più forte. La prima cosa? Un caffè al porto con gli amici. E poi una colazione al bar, una giornata di sole, una passeggiata. Cose semplici. La ricerca della normalità perduta".

Obiettivi e sogni in rossoblù

"L’obiettivo di oggi è concludere bene il campionato se ci saranno le condizioni. Il sogno per il futuro è aiutare il Genoa a consolidare stabilità e ambizioni, alzando l’asticella dei traguardi per cui competere".

La Nazionale e l'Europeo 2021

"Con la Nazionale italiana ho vissuto belle emozioni, sin dalle Under. Resta un punto di arrivo, e sì, ogni tanto ci penso ma sono concentrato sul Genoa: il treno azzurro passa da qui. Nel 2016 il ct Conte aveva costruito un gruppo di “operai“ in cui ognuno dava il 100%. Eravamo la squadra del popolo, se così si può dire".