Con dieci milioni il Milan ha costruito metà della squadra prima in classifica. Sono valori oggettivi, sulla matematica non si discute. E il calcolo in questo caso è basico, come riporta la Gazzetta dello Sport, la spesa si conta su due mani: tre milioni e mezzo sono stati versati al Siviglia per il riscatto di Kjaer. A 31 anni non avrà modo di valorizzare le proprie capacità di leader della retroguardia, intanto è la spalla più solida in cui Romagnoli potesse confidare. Gigio e Calabria sono stati coltivati nel settore giovanile. E se per il centrocampo il Milan ha investito anche l’attacco titolare è low cost

Milan, quante plusvalenze nella rosa

Ci sono giocatori per i quali il Milan ha speso e (volesse ma non vuole) da cui oggi potrebbe guadagnare: Theo era un terzino con scarsa esperienza seduto in un bar di Ibiza di fianco a Paolo Maldini, a cui venne rimproverata l’iper valutazione. Pagato 20, oggi Theo costerebbe almeno il doppio. Sui quaranta milioni si aggira anche la valutazione di Kessie in scadenza 2022: agente e club hanno appena avviato la trattativa per il rinnovo. Anche Bennacer vale molto di più di quanto è costato (16): ha una clausola fissata a 50. Calhanoglu è nel miglior momento della carriera, e per questo punta a monetizzare: l suo contratto in scadenza a giugno sarà difficile da rinnovare. In totale la rosa si è rivalutata per almeno 100 milioni.

Milan, la strategia della società

Così se i successi sul campo della banda di Pioli sono sotto gli occhi di tutti, c’è evidentemente anche dell’altro. C’è una società che in questi mesi ha pazientato, investendo su giovani sconosciuti che inizialmente suscitavano anche ironie. Oltre che sulla rivalutazione di chi non aveva brillato nelle precedenti gestioni. Senza ovviamente trascurare l’impatto di Ibra, ma anche quello di Kjaer, l’altro over 30 della brigata. Questo mix è frutto di un lavoro di team in cui l’a.d. Ivan Gazidis ha ben superato i traumi dell’uscita di Boban e le distrazioni del flirt con Rangnick

(Getty Images)
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