SKY-VIDEO
Contenuto non disponibile


Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma prima sospeso e poi licenziato dal club capitolino, è tornato a parlare nel corso di un'intervista concessa a Radio Radio. Il ds è tornato sulla sua esperienza nella capitale.

Intervista a Petrachi

Si sente mortificato da questa situazione di Roma?
"Sì, perché sono venuto con tantissimo entusiasmo, penso fosse visibile a tutti. Ho creduto tanto nel progetto Roma e in ciò che mi era stato detto. Vorrei ricordare che per venire qui ho avuto una diatriba con il mio ex presidente. Nonostante sapesse che sarebbe stato il mio ultimo anno al Torino, ha fatto di tutto per non mandarmi. Non è stato semplice e non lo è ora. Cairo è una persona di potere. Mi importava di venire a Roma e di credere di poter cambiare qualcosa. Penso ci siano problemi più grossi. Al di là delle pluslavenze, il Torino ha raggiunto livelli che da anni non raggiungeva. E' arrivato in Europa League. L'idea era venire a Roma e avere persone affianco che mi dessero la forza per cambiare le cose".

Non si è fatto capire o gli altri non l'hanno capito? 
"Credo che mi hanno capito bene, per sei mesi mi hanno anche sostenuto e le cose sono state fatte. Ho cercato di far capire che per essere vincenti bisogna partire dalle fondamenta. Nelle difficoltà si esaltano le persone, troppo facile quando le cose vanno bene. Nella struttura Roma questa unione e compattezza non c'è mai stata. Molte persone si parlavano male dietro, questa era la situazione generale. Ho cercato di unire e integrare. L'importante è che ci sia compattezza tra noi, quando qualcuno crea strumentalmente confusione io allontano le persone. Se la società non mi dà la forza, perdo io. Ci sono delle regole non scritte che valgono".  

Kalinic?
"L'ho preso in prestito gratuito e hanno anche pagato l'ingaggio. Ha pagato i problemi fisici e nel finale di stagione se avesse giocato di più, avrebbe dato di più. I problemi veri sono quando ti lasciano giocatori da 30 milioni con ingaggi alti e non sai dove piazzarli".

Era libero di fare acquisti?
"Sono stato libero di poter scegliere, non ci sono stati condizionamenti. Franco Baldini non si è mai permesso di obbligarmi a prendere un giocatore, ha rispettato il mio ruolo. Non conosco le sue conversazioni interne con Pallotta. Dal punto di vista calcistico la Roma mi ha lasciato fare, il problema era tutto il resto che doveva essere supportato. Vincere significa creare un gruppo e un ambiente. C'erano dei topolini come diceva il buon Spalletti". 

Petrachi (Getty)
Petrachi (Getty)