L’ultima tentazione per il Genoa è arrivata dalla Premier League: cinque milioni e mezzo di prestito e 10 milioni di riscatto per ottenere le prestazioni di Diego Perotti. In Premier c’è un giorno in più di mercato e l’affondo è stato tentato dal neo promosso Bournemouth, ma l’offerta è stata rifiutata, come ha spiegato lo stesso Enrico Preziosi in un’intervista a Il Secolo XIX: “Sono soldi che ci avrebbero fatto comodo ma ora stiamo meglio di qualche anno fa. Abbiamo lavorato bene e ridotto le spese, fatto scelte con ingegno e intelligenza. Siamo stati attenti e ora possiamo permetterci di non rinunciare a un giocatore come Perotti. Soprattutto se l’offerta arriva alla fine. Un giocatore così non si vende all’ultimo. L’avevo detto ad agosto, alla fine è rimasto. Sarà il suo secondo anno con noi, ci darà tanto”. Il presidente ha confermato che la prossima settimana è previsto l’incontro con il giocatore per il rinnovo del contratto: “Faremo un sacrificio ma ne vale la pena. Perotti è un giocatore importante ma non è tutto. C’è una squadra costruita per fare bene, che mi dà buone aspettative per i nostri obiettivi”.
ASSALTI ANCHE PER RINCON E DE MAIO - Il presidente si è detto soddisfatto della campagna acquisti di quest’anno, con giocatori di valore che possono fare bene al Genoa: “Poche squadre possono schierare uno come Ntcham, che è giovane ma ha tutto per diventare uno dei più forti d’Europa. Abbiamo lavorato bene, il tecnico è contento. Ci siamo sentiti anche oggi, quando è venuta fuori l’offerta per Perotti. E’ soddisfatto di quello che siamo riusciti a fare, siamo fiduciosi. Alla fine abbiamo ceduto tre giocatori, di cui uno, Bertolacci, era a metà con la Roma, e un altro, Kucka, era in scadenza di contratto. L’unica vera cessione è quella di Falque alla Roma. Per il resto si è trattato di prestiti conclusi, ad esempio Niang, Roncaglia e Lestienne. Il Napoli ci ha chiesto Rincon e De Maio. Non potevo farli partire. Ci saremmo indeboliti”.
DELUSIONE ITURBE - "Non ne voglio parlare, voglio prima incontrare una persona e guardarla negli occhi. Dico solo che una cosa così non mi è mai capitata in 25 anni di calcio. Iturbe aveva già salutato i compagni, era fatta.Con lui saremmo stati ancora più forti ma abbiamo già molto”.