Claudio Lotito a 360 gradi. Il presidente della Lazio, intervistato da "Radiosei", ha parlato dopo la chiusura del mercato invernale culminato con l'arrivo di Pellegrini che andrà a rinforzare la difesa di Sarri.

Sul nuovo stadio

"Il Flaminio è uno stadio che in base alle norme di sicurezza attuale ha 16 mila spettatori. Per noi sarebbe inadeguato, serve uno stadio perlomeno da 45 mila spettatori. Li facciamo ogni partita. Il primo problema è la capienza, il secondo è la copertura. Non possiamo tornare agli anni '60 in cui andavamo allo stadio con l'ombrello. Terzo problema parcheggi e viabilità, e questo potrebbe essere risolvibile, ho studiato tutto. Per fare queste cose, però, ci vogliono autorizzazioni. Il progetto lo presento se so che potrà essere approvato, altrimenti neanche lo presento. Piano B? Il piano B è la realizzazione dello stadio da un’altra parte. A quel punto il Comune mi dice di non essere disponibile, perché non vuole occupare altre aree. Siamo prigionieri di una situazione da 19 anni, Veltroni rifiutò dicendomi che volessi fare una speculazione. Tutte le cose che consideravano elementi ostativi, sono poi stati risolti. Quindi non erano così impossibili".

Sulla crescita della Lazio

"E’ difficile acquisire risultato, indipendentemente dalle possibilità economiche. E’ vero che queste contribuiscono ad accrescere il livello della rosa che potrebbe essere sulla carta più forte, ma il calcio è un gioco di squadra. Molto spesso le squadra più blasonate poi falliscono gli obiettivi. Bisogna creare quella alchimia, una specie di corrente elettrica per poter cementare un rapporto e far scendere in campo i giocatori con forti motivazioni. Abbiamo perso punti con squadre più deboli, bisogna creare e trovare le giuste motivazioni, che fanno la differenza. Il gioco del calcio è condizionato, oltre che dall'aspetto tecnico, anche da quello emotivo. Bisogna creare un ambiente ‘tutti per uno e uno per tutti’. E tutti devono lavorare all’unisono fino all'ultimo secondo. Sta molto all'allenatore, alla società e ai giocatori".

Sulla Lazio made in Italy

"Noi stiamo cercando di allestire una squadra all’insegna del made in Italy. Rivendichiamo il ruolo dell’Italia a livello internazionale, peccato per il Mondiale saltato. L’organizzazione è fondamentale anche a livello delle persone, a volte le mele marce alterano gli equilibri ne basta anche una. Stiamo selezionando le persone e inserendo calciatori forti tecnicamente, ma anche dal punto di vista del valore morale e caratteriale, per evitare discrasie che vanno a turbare la capacità di resa della rosa. Anche i collaboratori sono importanti. Bisogna creare un ambiente sereno che aiuti tutti a rendere".

Su Sarri

"Come è nata l'idea di prenderlo? Dovevamo ripartire con un nuovo ciclo e lo abbiamo fatto. E’ un maestro di calcio, ho fatto uno sforzo particolare e preso 15 giocatori in un anno solare. Poche squadre hanno avuto la capacità di cambiare tanto. Lo abbiamo fatto volentieri per mettere a disposizione del mister una rosa è di qualità, competitiva e può raggiungere certi obiettivi. Obiettivi all'altezza del valore della rosa".