Aurelio De Laurentiis è il nuovo patron del Bari. Il presidente del Napoli ha sostenuto questa mattina una lunga conferenza stampa. Ecco i passaggi principali: "Quando mi hanno informato del Bari ero in ritiro a Dimaro con la squadra, volevo vivere tutte le fasi del Napoli di Ancelotti. Mi ha chiamato il sindaco, questo club ha una storia composta lunga, di 110 anni. In questi anni ci sono state stagioni belle e altre meno belle. Vogliamo una cavalcata rapida per provare a tornare in Serie A. Vogliamo lavorare sulle regole che non permettono di avere due squadre in A con la stessa proprietà. Vogliamo un cambiamento epocale".


"Dovete stare tranquilli, il Bari non sarà mai un'appendice del Napoli. Per fugare questo problema, ho convinto in due giorni mio figlio Luigi a darmi una risposta sul Bari. Lui non s'è mai interessato al calcio. La famiglia De Laurentiis ci mette la faccia, non so quante cordate interessate hanno messo la faccia in prima persona. Questa mattina alle 6.45 ho cominciato a parlare con Giuntoli. Ho già trovato il nome per il vivaio, che è Filippo Galli, che viene dal Milan. Credo che noi ci metteremo tutta la nostra cultura acquisita per fare il massimo del massimo, ma bisogna partire dal concetto che Napoli e Bari sono due situazioni diverse. Da rispettare ugualmente per fare bene. Non si possono unire le vicende, questa è un'abitudine tutta italiana. Quando ho pensato al Bari, visto che sono stato sempre un sostenitore del sud, ho pensato che al sud non c'è impresa. Mi piacerebbe creare delle opportunità per il sud che possano portare Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia a imporsi".

"Striscioni contro di me? Ho fatto fare un'indagine sulla tifoseria del Napoli. I tifosi veri, fuori Napoli, sono 40 milioni di persone. I tifosi del Napoli, come seconda squadra, sono 120 milioni. Non mi posso preoccupare dei dissidenti, che vengono allo stadio e che potrebbero non condividere le modalità, perché hanno ancora un concetto di possesso che non appartiene più al calcio di oggi".