Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, è intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io Sport, su Radio Rai, per parlare di calcio, mercato e del momento attuale del paese.

Cagliari, le parole di Giulini

"La ripresa del campionato? Ci preoccupa il fatto che, in caso di calciatore positivo, tutta la squadra verrà messa in quarantena. Questo vuol dire mettere a serio rischio la fine del campionato. Non capisco il senso di questa cosa.

Se si riparte lo dobbiamo al presidente Gravina e, prima di criticare un algoritmo, cerchiamo di capire bene di che si tratta. Abbiamo l'opportunità di andare verso un calcio più umano, dobbiamo far riaffezionare i tifosi. Il valore dei cartellini è sceso, non quello dei contratti. Dovremo andare in questa direzione".

Sugli stadi chiusi

 "Già oggi le spiagge in Sardegna sono piene, abbiamo tanti spazi chiusi dove sarà fortunatamente possibile accedere, invece la Sardegna Arena che è per 3/4 è scoperta non possiamo pensare che a luglio sia aperta magari del 30-40 o 50%, credo che questo sia assurdo.

Non sappiamo come e quando sarà possibile il ritorno dei tifosi allo stadio, lo vedo molto lontano e questo mi preoccupa. E' difficile prevedere quali saranno le normative ed è un peccato, fin da oggi dovremmo pensare, dal governo in giù, a come programmare una riapertura degli impianti. Pensare a riapertura a fine luglio sembra una chimera e questo è allucinante. Oggi vorremmo vedere i tifosi andare allo stadio e non solo in spiaggia o a teatro. Stadio nuovo? Ci auguriamo nel giro di 3-4 anni massimo di poter giocare nella prossima struttura".

Su Massimiliano Allegri

"E' molto amico del nostro vicepresidente, a gennaio c’è stata una chiacchierata. A lui non sembrava così assurdo. Ma sta parlando con altri club, era un po' complicato anche per le finanze del club. Sarebbe stato un bel sogno completare il centenario con Max in panchina".

Simeone, Cacciatore, Nandez e Pisacane (Getty Images)