Torna a parlare di Superlega Aleksander Ceferin, presidente della Uefa, ma non solo: all'ordine del giorno anche i calendari intasati e le difficoltà del calcio italiano. Il tutto in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport: ecco i passaggi più interessanti.

Ceferin sulla Superlega

"L’Uefa non è mai un monopolio. Uno è libero di essere o meno nell’Uefa. Può partecipare alle nostre coppe, oppure organizzarsi le sue, ma allora è logico che non giochi le nostre, no? Quale che sia la decisione della Corte, non cambia niente: il progetto è morto perché nessuno vuole partecipare. Vedo solo tre persone arrabbiate con tutti, che portano tutti in tribunale, ma ormai è finita".

Ceferin punta il dito contro gli stipendi (Getty Images)
Ceferin punta il dito contro gli stipendi (Getty Images)

Ceferin sui calendari intasati

"Tutti vogliono più partite di coppa. Nessuno rinuncia a niente. I club chiedevano dieci partite nel gruppo di Champions, saranno otto, il numero giusto. Sarebbero più utili campionati a 18 squadre, ma i presidenti non sono d’accordo. Dovrebbero capire che due coppe nazionali sono troppe. Facile attaccare sempre Fifa e Uefa, ma il discorso è semplice: se giochi meno, gli stipendi si riducono. Chi dovrebbe lamentarsi sono gli operai in fabbrica a mille euro al mese".

Ceferin sulle difficoltà del calcio italiano

"Euro 2032? Non c’è uno stadio che possa ospitare una finale di Champions. Incredibile. La Turchia è un rivale forte. Ho parlato tanto con Gravina, ma credo che anche governo e municipalità abbiano capito il valore di un Europeo. Sugli stadi servono garanzie forti prima. Nuovo FPF problema per le italiane? Alcuni hanno problemi gravi. Ma non vogliamo ucciderli. Se presentano piani sostenibili, li aiuteremo in tutti i modi. La cosa importante è che non puoi spendere più del 70% dei ricavi per stipendi, commissioni e mercato. Il vecchio sistema ha annullato le perdite, questo punta a competitive balance e sostenibilità. Sono ottimista".