A distanza di anni e, da parte italiana, soprattutto polemiche, Luis Suarez torna a parlare. L'atmosfera è insolita, perchè a intervistarlo è il compagno di squadra Gerard Piqué, ma l'argomento è serissimo, ed è il morso che il centravanti del Barça e della Nazionale uruguaiana rifilò a Chiellini durante il Mondiale brasiliano del 2014. 

Un gesto, ha confessato Suarez, di cui si è subito reso conto, ma che probabilmente per un meccanismo difensivo ha inizialmente negato. Quel morso gli costò quattro mesi di squalifica e un inizio in ritardo nella sua nuova esperienza al Barcellona: "Mi sono reso subito conto di averlo fatto, non riuscì nemmeno a esultare dopo il gol di Godin. Stavo già pensando alle conseguenze del caso. Nello spogliatoio, dopo la qualificazione, ho subito parlato con mia moglie che era in Brasile con i miei figli. Io volevo negare, piangere, tutto. Alla fine c'erano vari sentimenti nello spogliatoio, ma tutti controllavamo il cellulare perché avevamo paura delle conseguenze. Un momento doloroso per me e per la squadra. Mi ha ferito".

Suarez è poi tornato a parlare anche di un altro episodio molto discusso della sua carriera, il salvataggio di mano all'ultimo minuto del tempo supplementare contro il Ghana nel Mondiale del 2010: "La sensazione era stranissima quando abbandonai il campo con il Ghana dopo essere stato espulso per il fallo di mano sulla linea. Ero un po' sconfortato, ma dopo è arrivata la soddisfazione. Ho preso un rischio e sono stato criticato per non aver avuto fair-play, ma non ho picchiato nessuno. Per questo ho esultato, perché ho preso un rischio che ha pagato".