E pensare che l'inizio di campionato, racchiusa e sintetizzata in quell'uscita inspiegabile su Belotti, aveva aperto, quantomeno apparentemente, una seria discussione circa il suo 'pensionamento' virtuale anticipato. Samir Handanovic non si è scoraggiato, si è rimboccato le maniche e ha risposto come meglio ha saputo fare nella sua carriera: parando. E anche tanto, a giudicare dai numeri: in Champions League, il portiere dell'Inter è il terzo per numero di parate effettuate nelle prime 4 partite, dietro Borjan della Stella Rossa - nel girone con Liverpool, Psg e Napoli - e Zoet del Psv, nello stesso girone dei nerazzurri. 

Certo, appare quantomeno evidente che nel numero di interventi complessivi una parte decisiva la abbiano ricoperta Suarez e compagni, affrontati dall'Inter già due volte. Ma è innegabile che il fortino eretto da Spalletti e che consente ai nerazzurri di potersi vantare della miglior difesa in Serie A è basato incontrovertibilmente anche sulle parate di Handanovic. Nei primi 5 campionati europei il rapporto tra parate e gol subiti è dell’83,33%: tradotto in termini ancor più semplici vuol dire che Handanovic è costretto a raccogliere la palla dalla propria porta meno di due volte ogni 10 tiri che subisce. 

Numeri impressionanti, ma che, come ricordato dalla GdS, non stanno impedendo ad Ausilio di iniziare la ricerca di un nuovo portiere. La carta d'identità parla chiaro, e l'Inter non vuole farsi trovare impreparata: il profilo al momento più seguito è quello di Alessio Cragno del Cagliari, che potrebbe forse rientrare in una futura maxi operazione con anche Barella al suo interno.