Onestà al momento di valutare le perdite relative ad un possibile stop dei campionati: queste le dichiarazioni di Tebas.
QUANDO RIPARTIREMO - “Al momento stiamo considerando l’idea di tornare a giocare in Spagna e in altri Paesi europei il 28 maggio, o in alternativa il 6 giugno o il 28 giugno. Con queste date ovviamente c’è tempo per ricominciare ad allenarsi rispettando il protocollo di ripresa dell’attività che abbiamo disegnato per la Liga e che abbiamo mandato per conoscenza anche ad altri campionati, compresa la Serie A. Bisognerà però prima vedere cosa succederà in questo mese di aprile. Per la chiusura della stagione non vorremmo andare oltre il mese di agosto, ed è ovvio che tutto questo condizionerà il calendario della prossima stagione”.
CANCELLARE LA STAGIONE? - "Questa è una cosa che mi appare solo quando dormo, sotto forma di incubo. Quando sono sveglio non mi passa mai per la testa. In ambito sportivo né in Spagna né in Europa si è pensato a questa ipotesi perché mancano settimane prima che eventualmente possa succedere"
L'ECONOMIA DEL NON GIOCARE - "Per quanto riguarda la Liga non finire la stagione 19-20 porterebbe una perdita secca quantificabile in un miliardo di euro. Se finiremo a porte chiuse il danno economico sarà di 350 milioni di euro. Se dovessimo poter giocare col pubblico le perdite saranno comunque di 150 milioni di euro. Per quanto riguarda i diritti tv in Liga abbiamo incassato il 90% del totale. Se non dovessimo più giocare, oltre a rinunciare al 10% mancante dovremmo restituire il 18% di quanto abbiamo già incassato".
MESSI IN ITALIA? - "Non penso che l’arrivo di Messi possa risolvere i problemi della Serie A, che sono legati alla pessima relazione tra debiti, alti, e incassi, insufficienti. Le cifre della Serie A sono stressate, e questi problemi economici non li risolve certo Leo Messi. A me piacerebbe che Messi restasse qui, ma se ne dovesse andare non sarebbe un dramma: si diceva che senza Cristiano Ronaldo la Liga avrebbe perso soldi, e invece ne abbiamo guadagnati, persino in Portogallo. I grandi giocatori aiutano ma non sono essenziali per un campionato".