Vincere senza un pizzico di fortuna è praticamente impossibile, specie nel calcio, anche se in molti casi è dubbio se, nell'eventualità di un autogol, possa parlarsi o meno di circostanza favorevole. Sfortuna o dea bendata, quel che è sicuro è che il Barcellona, in questa Champions League, ha usufruito complessivamente di ben 5 autogol. Sui 17 totali, il quasi 30% è stato dunque segnato dagli avversari nella propria porta. 

Una testimonianza, certamente, di come il gioco dei catalani sia particolarmente offensivo - nonostante il Bayern con 21 reti, il Real Madrid con 25 ed il Liverpool con 31, ma anche il Psg, già eliminato, con 27 abbiano fatto decisamente meglio - ma anche di come le avversarie di turno, più di una volta, si siano concesse disattenzioni ai limiti del grottesco. 

Pronti-via, dopo l'esordio vincente contro la Juventus, il Barça si è concesso la prima autorete contro lo Sporting: palla al centro, carambola su Caotes che involontariamente batte il proprio portiere. 

Nella terza partita del girone - non ce ne sarebbe stato bisogno - ma il Barcellona apre il suo 3-1 grazie ad un'autorete. Cross di Deulofeu, Nikolaou, nel tentativo di anticipo, butta dentro con una naturalezza che, a rivederla, fa quasi impressione.

Sempre lo Sporting, nell'ultima partita del girone, secondo appuntamento con il Barça, si concede un altro autogol: tocca a Mathieu, che in spaccata (e in grande stile) anticipa l'avversario e sigilla la partita sul 2-0. Avrebbe probabilmente segnato Alcacer, appena alle sue spalle, ma le statistiche, e il fato, hanno voluto così. 

Si arriva così alla sfida di andata con la Roma, dove un primo tempo ben giocato ma non ancora sbloccato lo risolve De Rossi, ed un'autorete piuttosto sfortunata. Carambola poi quella di Manolas nel secondo tempo, che con la partecipazione di Allison confeziona un episodio comunque sfortunato.