Tra i top campionati europei, la Ligue 1 è l'unico che non ripartirà. Una decisione che ha scontentato qualche club, tra cui il Lione che promette battaglia in ogni sede possibile. Il club riprenderà gli allenamenti l'8 giugno, anche in vista dell'ottavo di Champions da disputare contro la Juventus ad inizio agosto. Il presidente Aulas ha annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato e che chiederà 800 milioni di danni allo Stato. Queste le sue parole: "Riprenderemo gli allenamenti l'8 giugno, con protocolli validati dai medici. Tutti avrebbero potuto riprendere in questa data. Questo protocollo è stato già testato in altre Nazioni. Era assurdo fermare tutto il 30 aprile, siamo in una situazione incredibile. Sono sgomento. Possiamo e dobbiamo riprendere, possiamo trovare un accordo con le emittenti per terminare la stagione, anche se leggo il contrario. È possibile rivedere il protocollo, è possibile spostare le date del prossimo campionato. Germania e Italia lo hanno fatto ieri con l'approvazione della UEFA, spostando l'inizio al 12 settembre. I gestori di Mediapro mi hanno assicurato che non ci sarebbero problemi se la prossima stagione cominciasse più tardi".

BATTAGLIA CONTRO LO STATO? - "I club della Ligue 1 vogliono presentare un ricorso contro lo stato, si tratta di un'iniziativa che parte dal presidente del Saint-Etienne. Il responsabile della chiusura anticipata del campionato è lo stato, il premier ha ordinato la fine e quindi la responsabilità dei circa 800 milioni che perderemo è del governo. Forse è per questo che il ministro per lo sport dice che sono state Leghe e Federazione a decidere di modificare il regolamento che impone di arrivare alla 38esima giornata per determinare promozioni e retrocessioni".

Queste ultime dichiarazioni non hanno trovato riscontro dal presidente del Saint-Etienne, Bernard Caiazzo, che smentisce le parole di Aulas: "Sono sorpreso dalle dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore da Jean-Michel Aulas, secondo cui la Ligue 1 si starebbe preparando a ricorrere contro lo Stato, a seguito della sospensione delle competizioni decise dal Primo Ministro, Édouard Philippe. Non è affatto nostra intenzione intraprendere queste azioni; conformemente a quanto annunciato qualche giorno fa, stiamo lavorando a un piano di rilancio per il calcio professionistico nei prossimi cinque mesi".