Torna in Italia, per sfidare il Napoli in Champions, e da protagonista assoluto. Alisson Becker è uno dei portieri più pagati al mondo, com'è giusto che sia, visto il valore che ha dimostrato, soprattutto lo scorso anno, in maglia Roma. Queste alcune delle sue dichiarazioni in un'intervista alla Gazzetta.

ADDIO A ROMA - "E' stato difficile. Ho pianto a lungo, insieme a mia moglie. È giusto essere onesti: io ho fatto una scelta professionale, un passo in avanti per la carriera e la Roma ha incassato una grossa cifra. Con la testa ho deciso di andare al Liverpool, ma il mio cuore era ugualmente pieno di lacrime. Restare a Roma per sempre? Mi è passato tante volte per la testa, perché stavo benissimo a Roma. Ma quando un calciatore sceglie dove giocare, il discorso è più ampio. Io ho grandi ambizioni, il Liverpool anche e adesso gioco nel campionato più importante del mondo. A Roma ho passato due anni speciali, lì è nata mia figlia, ho molti amici anche fuori dal calcio. Tante volte sono andato a spasso di notte per la città: Fontana di Trevi, al buio, è di una bellezza commovente. Ma il mio posto preferito resta il Colosseo: lì davanti respiri la storia“.  

CURVE ROMA E REDS A CONFRONTO - "Bella sfida. Sono tifoserie fantastiche che hanno pochi rivali nel mondo. La Kop la senti, è lì, ma quando la Sud è piena è uno spettacolo. Klopp mi fece qualche chiamata su Face Time e mi ha spiegato il suo progetto e cosa avremmo fatto insieme. Lo ammiro dai tempi del Dortmund. Mi piace essere allenato da lui, perché non parla molto ma sa sempre cosa dire e come farlo. È un uomo intelligente e di carattere"

STRAPOTERE JUVE IN SERIE A - "Il loro dominio poggia su basi economiche. In Premier tutte le società acquistano giocatori importanti, in A purtroppo no. Per il resto, gli stadi sono caldi allo stesso modo. Una differenza importante riguarda i terreni di gioco, che in Premier sono sempre perfetti. La Juve era già fortissima e ha preso Ronaldo: mi spiace non sfidarlo in campionato, magari accadrà in Champions. Sono ammirato dalla mentalità vincente di CR7, oltre che dal talento".