Riccardo Calafiori è convinto: andare all'Arsenal non è stato un errore. Il difensore italiano si è raccontato a Sky Sport Insider, ripercorrendo la sua prima stagione con la maglia dei Gunners; il giocatore è anche tornato sulla sua crescita a Bologna e sul trasferimento in Premier League. Di seguito le parole di Calafiori.
Le parole di Calafiori
Le parole di Calafiori: "All’inizio mi sono un po’ catapultato in questo mondo, ho cominciato a giocare da subito e non ho risentito molto del cambiamento. Poi stavamo andando bene anche dal punto di vista della classifica, vincevamo molte parte. Mi sono sentito subito parte del gruppo. Tutti quanti sono stati molto bravi a farmi integrare fin da subito”.
Sugli infortuni
Sugli infortuni: "Ne ho risentito un po’ a ottobre, quando mi sono fatto male per la prima volta, in quel momento mi sono fermato a ragionare su tutto quello che mi era capitato nell’ultimo anno. E quindi mi è arrivata la botta tutta insieme. Sono arrivato al Bologna che non dovevo giocare e ho fatto una stagione stupenda, anche grazie ai compagni. All’Europeo non pensavo neanche di andarci e ho fatto benissimo. Poi l’Arsenal, forse non avevo realizzato. Mi è servito".
Sul Bologna
Sul Bologna: “La verità è che non ero una necessità, non servivo a molto, forse a livello numerico per essere più coperti dietro, ma terzini li avevano, centrali li avevano, forse poteva servire un mezzo centrale mancino dietro ma io avevo fatto solo due mesi a Basilea da centrale mancino. E invece poi appena arrivato ho avuto un bel feeling con il mister, mi ha rassicurato dicendomi che avrei avuto le mie occasioni anche come centrale. E poi succede che Lucumí si fa male, si stira il quadricipite, e da lì ho cominciato. Anche lì non benissimo, contro il Cagliari appena entrato causo rigore, ma dalla partita dopo poi non ho più lasciato il campo e ho giocato una partita dopo l’altra. E niente, una stagione che si commenta da sé”.
Sul passaggio all'Arsenal
Sul passaggio all'Arsenal: “Non penso di aver sbagliato a venire qui. Io ambivo al mio sogno, un altro dei miei sogni era giocare in Premier, ma anche come una sfida personale, perché gli italiani in Premier hanno sempre fatto fatica, sono sempre stati in pochi, quindi volevo superare questo. Poi quando ti chiama l’Arsenal come fai a dire di no?”.