Dopo mesi di chiusura e incertezze riguardo il futuro, riaprono le palestre italiane: dopo sessioni di allenamento casalinghe e con attrezzi di fortuna, gli sportivi d'Italia potranno tornare, dopo settimane vissute nel rispetto dei 200 metri della propria abitazione o di schede personalizzate per essere eseguite a corpo libero e in pochi metri quadrati, a frequentare gli spazi dedicati all'attività sportiva.

Questa fase di transizione, che al momento non si sa quanto effettivamente durerà, è stata regolata dalla Conferenza delle Regioni. Ma in concreto, cosa comporterà per tutti gli italiani?

Si torna in palestra

A cambiare sarà un po' tutta la concezione legata all'attività svolta. Per evitare assembramenti e gestire quindi gli spazi comuni, tutti i centri sportivi dovranno dotarsi di un sistema di prenotazione diviso per precise fasce orarie così da poter controllare e gestire perfettamente il flusso di persone all'interno dei locali. Almeno 2 metri di distanza da tenere tra gli atleti, almeno 7 metri quadrati come superficie di acqua a persona nelle vasche, almeno 1 metro e mezzo per persone sulle sdraio e lettini nelle piscine comunali e simili. 

Attrezzi, spogliatoi e autocertificazione

Altre disposizioni, invece, saranno certamente più macchinose ma necessarie da eseguire, come la disinfezione degli attrezzi dopo ogni singolo utilizzo da parte di ogni singolo cliente della palestra. Negli spogliatoi, invece, solo in pochi contemporaneamente, ma molti potrebbero preferire anche la chiusura. In ogni caso, prima di entrare, autocertificazione per tutti: si dovrà attestare il proprio stato di salute e se si ha contratto il Covid in passato. 

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